In Ucraina, Ianukovich annuncia: dialogo con l’opposizione dopo gli scontri di piazza
A Kiev, resta alta la tensione dopo i violenti scontri che, nella notte, hanno fatto
seguito alle manifestazioni pacifiche di 150 mila persone. Un centinaio i feriti,
fra cui 70 poliziotti. Il presidente Ianukovich promette di iniziare domani a dialogare
con i suoi avversari politici, secondo quanto assicura Vitaly Klitschko, uno dei leader
dell'opposizione, che a notte fonda aveva evocato lo spettro di una “guerra civile”.
La gente è scesa in piazza contro un pacchetto di leggi fortemente criticato dall'opposizione
che, tra l'altro, inasprisce le pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate.
L'opposizione ha subito condannato le violenze e accusato il governo di voler creare
disordini per sgomberare la piazza. Sullo sfondo la spaccatura nel Paese tra europeisti
e sostenitori della linea filorussa del governo. Delle implicazioni sul piano delle
relazioni internazionali, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De Luca,
docente all’Università del Salento:
R. – Le implicazioni,
in condizioni normali, dovrebbero essere serie, perché qui c’è una chiara violazione
della libertà di espressione da parte di un popolo. Anche questa legge appena approvata,
praticamente, vieta le proteste. E’ una legge dovuta alle ultime manifestazioni, al
primo rifiuto del presidente ucraino di andare incontro alle richieste dei contestatori
della piazza. Teniamo presente, però, che il presidente ucraino non è nuovo a queste
cose. Nel momento in cui in piazza si stava protestando, nel dicembre stesso, rafforzava
un patto, che indicherei come un patto di fedeltà a Mosca, un patto di fedeltà alla
Russia. Se la Russia, infatti, in quel patto si assumesse la responsabilità e comprasse
il debito pubblico dell’Ucraina, a questo punto l’Ucraina sarebbe completamente nelle
mani di Mosca.
D. – Parliamo di altri attori della vicenda? Ci sono l’Unione
Europea, da una parte, e Mosca, dall’altra, ma non solo…
R. – Non solo. Abbiamo,
di fondo, una questione energetica e credo che sia sotto gli occhi di tutti. L’Ucraina,
ma la Russia in particolar modo, possono bloccare il passaggio del gas verso l’Europa.
Quindi, innanzitutto un accordo tra Ucraina ed Europa sarebbe stato estremamente conveniente
per noi europei. Poi c’è la questione dei diritti umani e in generale anche il ruolo,
non solo di una forza diplomatica, che l’Europa ha sempre meno; ma bisogna vedere
anche quale potrebbe essere il ruolo degli Stati Uniti. Gli Usa sono interessati ad
entrare in una contrapposizione con la Russia anche su questa questione? Io credo
di no, credo che gli Stati Uniti di questi anni, l’amministrazione Obama, non abbiano
intenzione di entrare in contrasto con nessun Paese per riaffermare quelli che sono
i loro legittimi diritti.
D. – C’è l’impressione che in questo momento ci
sia una sorta di braccio di ferro tra Unione Europea e Russia per la vicenda ucraina,
ma che ci sia anche altro da ridefinire nei rapporti. E’ così?
R. – Penso che
l’Ucraina sia un semplice strumento di riappropriazione del forte ruolo internazionale
che la Russia aveva perso, una volta crollato il blocco sovietico - l’Unione Sovietica
in particolar modo - e che negli ultimi anni invece sta riaffermando sempre più fortemente.
Ripeto: l’Ucraina diventa uno strumento nelle mani di Mosca, per dire “noi siamo qui,
abbiamo il nostro ruolo”. In più, l’Ucraina è uno dei Paesi che praticamente continua
ad essere un cordone sanitario a protezione della Russia; e c’è sempre di fondo –
io lo sottolineo – anche una questione di sicurezza. C’è, cioè, l’intenzione da parte
della Nato, da parte degli Stati Uniti di dispiegare una serie di armi protettive,
di armi difensive intorno alla Russia e questo naturalmente contraria particolarmente
il governo di Mosca.
D. – Ci sono dei rischi a rendere strumento di altre logiche,
di altre politiche un Paese grande e importante come l’Ucraina?
R. – Io esordirei
dicendo che ci potrebbero essere. Se non ci saranno è perché alla fine molti di noi
guarderanno da un’altra parte, oltre al fatto che la Russia ha anche bisogno di fare
la voce forte all’estero, perché forse ha maggiori problemi anche all’interno. Non
dimentichiamo che, a breve, inizieranno le Olimpiadi invernali e il problema della
sicurezza interna in Russia è estremamente grave, così come si è dimostrato negli
ultimi attentati. E’ un modo, quindi, anche di distrarre l’opinione pubblica locale,
ma anche quella internazionale, a seconda di dove si va a mettere la macchina da presa.