Intesa tra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale
Il giorno dopo l’incontro con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il segretario
del Pd, Matteo Renzi, parla di “profonda sintonia” su varie riforme possibili. Secondo
Berlusconi, si tratta di un’intesa che rafforza i grandi partiti. Ma Grillo attacca
Renzi, e ci sono fibrillazioni anche tra gli stessi Democratici. Il servizio di Davide
Maggiore:
Una legge elettorale
per cui “chi vince governa, senza il ricatto dei partitini”, un miliardo di tagli
ai costi della politica; la nascita del Senato delle autonomie, senza senatori eletti;
una riforma costituzionale che superi le Province e riveda il ruolo delle Regioni.
Così Renzi riassume i punti su cui con Berlusconi c’è un accordo, definito “trasparente
e alla luce del sole”. Da parte sua, il leader di Forza Italia dichiara “appoggeremo
le riforme”, viste come garanzia del bipolarismo e della governabilità, ma continua
anche a chiedere che si vada alle urne in tempi rapidi. Grillo, dal suo blog, contesta:
“non è possibile” che Berlusconi “espulso dal Parlamento” sia chiamato “a fare le
leggi dal Pd”. L’ex comico non è l’unico a criticare l’intesa: il Nuovo Centrodestra
di Alfano chiede garanzie sulla futura legge elettorale, e dice “No a un parlamento
di nominati”, mentre Sel, con Nichi Vendola, cita il rischio di “un trappolone” per
il Paese e giudica “pericolosa” la possibile scomparsa dei piccoli partiti. Dal Pd,
Stefano Fassina chiede di “consultare la base”, parlando di “errore politico”. Più
cauto il presidente, Gianni Cuperlo, che però apre un altro fronte: un possibile “nuovo
governo per il 2014”.