Zambia. Mons. Phiri: la nuova Costituzione riequilibri i poteri
Un riequilibrio dei poteri, attraverso un rafforzamento del ruolo dei rami legislativo
e giudiziario nei confronti dell’esecutivo e del capo dello Stato: monsignor Benjamin
Phiri, vescovo ausiliario di Chipata, dice all'agenzia Misna che la nuova Costituzione
dovrebbe intervenire anzitutto su questo aspetto. Il testo, elaborato da un comitato
tecnico nominato dal governo, non è stato ancora reso pubblico. Una circostanza, questa,
che sta alimentando allo stesso tempo polemiche e speranze. E che lascia ipotizzare,
azzarda il vescovo, la possibilità di contrasti su alcuni degli articoli più sensibili.
“La riforma costituzionale – sottolinea monsignor Phiri – è un processo cominciato
da tempo, ispirato anche dall’esigenza di limitare i poteri del presidente e renderlo
una figura più rappresentativa dei vari orientamenti politici e sociali”. Secondo
indiscrezioni diffuse dal portale di informazione Zambian Watchdog, la bozza messa
a punto dal comitato prevedrebbe una modifica della legge elettorale. Per essere eletto
il capo dello Stato potrebbe dover conquistare la maggioranza assoluta dei consensi
espressi e non solo quella relativa, come accade adesso. “Sarebbe una novità positiva
– sottolinea il vescovo – in grado di favorire un dialogo tra le forze politiche e
sociali, obbligandole a stringere alleanze e cercare compromessi”. Un’esigenza particolarmente
sentita in un paese dove l’inizio della realizzazione di una serie di progetti infrastrutturali,
anzitutto nel settore delle comunicazioni e dei trasporti, non si è ancora tradotto
in un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Il piano più ambizioso,
Link 8000, prevede la costruzione di 8000 chilometri di strade asfaltate nell’arco
di cinque anni. L’obiettivo è collegare le zone rurali al resto del paese, liberandone
il potenziale economico. Il costo è stimato in oltre quattro miliardi di dollari.
Per finanziare la realizzazione del progetto il governo ha emesso titoli di Stato
per 580 milioni di dollari e in futuro potrebbe emetterne ancora. Monsignor Phiri
parla di una scelta difficile, ricordando che il prossimo 24 ottobre lo Zambia festeggerà
i 50 anni di indipendenza. “Da una parte – dice – un aumento del debito rischia di
condizionare le scelte politiche e gravare sulle generazioni future; da un’altra i
contadini delle zone più remote, come quelli della mia diocesi al confine con il Malawi,
potrebbero riuscire a raggiungere i mercati e vendere i loro prodotti con meno difficoltà”.