Settimana per l'unità: le altre Chiese sono "dono dello Spirito"
"Le Chiese devono
riconoscersi come il luogo attraverso cui l'atto di fiducia, speranza, amore di Dio
vero l'umanità e verso il povero mondo deve farsi storia e concretezza. In questo
cammino comune le Chiese, oserei dire, sono già unite". P. Giancarlo Bruni,
fratello della Comunità di Bose e docente di ecumenismo alla Pontificia facoltà teologica
Marianum, riflette sul magistero ecumenico di Papa Francesco, all'apertura
della Settimana di preghiera per l'unità."E' molto interessante
la lettura degli altri, delle altre Chiese, data dal Papa nella Evangelii Gaudium",
spiega p. Bruni. "Non basta essere informati gli uni degli altri, ma bisogna leggere
le altre Chiese, quella riformata e quella ortodossa, come evento dello Spirito, come
Chiese orientate dallo Spirito. Ancora, come dono dello Spirito alle altre Chiese.
Un dono per il quale bisogna ringraziare il Signore e con il quale bisogna camminare
insieme, con lo spirito di agape, per testimoniare la passione di Dio per il mondo.
E così si sciolgono più facilmente anche gli eventuali nodi del dialogo ecumenico".
A questo proposito al n. 246 della Evangelii Gaudium, Papa Francesco scrive che 'nel
dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare
qualcosa di più su collegialità episcopale e sinodalità'. "Nell'ambiente latino -
spiega mons. Ioannis Spiteris, arcivescovo di Corfù e membro della Commissione
mista teologica per il dialogo cattolica-ortodossa - la sinodalità ha avuto
difficoltà ad emergere perché nel secondo millennio ha prevalso un modello di Chiesa
strutturale, basato sul primato del vescovo di Roma inteso come monarchia di Pietro.
Nel contesto cristiano queste espressioni di ordine politico non devono però esistere.
Il dialogo con gli ortodossi ha permesso a noi cattolici non di scoprire la sinodalità,
che è dentro la struttura della Chiesa, ma di prenderla sul serio e di viverla attraverso
istituzioni che ci consentono di armonizzarla con il primato del Papa". "La strada
è però ancora lunga. Non è facile ma troveremo un modo, perché sia il Papa che i vescovi
lo vogliono. Il primato dovrebbe convivere con un organo sinodale permanente, che
attui una sinodalità attiva ed efficace in via ordinaria, anche al di là delle assemblee
sinodali occasionali. Il tema degli ultimi incontri della Commissione mista è proprio
questo", spiega mons. Spiteris. "E abbiamo preparato un testo che deve essere
approvato dalla Commissione nel suo insieme nella riunione che si terrà dal 15 al
23 settembre di quest'anno a Novi Sad, in Serbia. Speriamo di raggiungere un testo
che sia accettato anche dalle chiese ortodosse, non sarà facile". (a cura di Fabio
Colagrande)