Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella seconda Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Giovanni Battista, vedendo Gesù venire verso di lui per essere battezzato, dice:
«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”.
Su
questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto
agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
È un grido di
esultanza quello che oggi apre il Vangelo: Giovanni il Battista vede venire a sé il
Signore Gesù ed esclama pieno di gioia: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie
il peccato del mondo”. Lo toglie perché lo prende su di sé, sulle proprie spalle,
e lo fa morire nella propria morte. Se oggi non ci rallegriamo per questo lieto annuncio
è perché non abbiamo nessuna idea di cosa sia il peccato, e anche se frequentiamo
la Chiesa abbiamo una conoscenza molto riduttiva di esso: pensiamo che sia una cosa
buona, ma che ci è proibita. Nulla di strano che da questa idea di peccato si sia
passati a non avere più alcun senso del peccato. Dio non ha creato le cose belle e
buone per proibircele. Il peccato è altro. S. Agostino lo definisce: “Amore di sé
fino al disprezzo di Dio” (De civitate Dei, 14,28). E perché l’amore di sé è male?,
possiamo chiederci. Perché Dio, che è vita e amore, è dono di sé. Egli si dona totalmente
all’altro. L’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, porta nel suo Dna questa
identità esistenziale: non donarsi è non avere dentro la vita, è morire. Ecco, il
peccato è morte. L’Agnello di Dio viene a prendere su di sé la conseguenza del peccato,
la morte, appunto. Di qui il grido gioioso di Giovanni il Battista davanti a Cristo.
La morte è vinta! Ma la gioia di questo Vangelo ha una connotazione ancora più grande
se possibile: colui che prende su di sé il peccato del mondo è anche colui che “battezza
nello Spirito Santo”, cioè colui che dona con libertà e liberalità divina la vista
stessa di Dio, il suo Spirito Santo: ora è possibile amare, amare come Dio ama.