“Botteghe di Mestiere”, un‘opportunità per inserirsi nel mondo del lavoro artigianale
Favorire, dopo un periodo di tirocinio, l’inserimento lavorativo di giovani inoccupati
o disoccupati con meno di 29 anni nei principali settori del “Made in Italy”. Questo
l’obiettivo di “Botteghe di Mestiere”, iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro
e delle Politiche sociali, con il contributo del Fondo sociale europeo, e attuata
dalla società “Italia Lavoro”. Entro il 30 gennaio prossimo, è possibile presentare
la propria candidatura per partecipare, se selezionati, al prossimo ciclo di percorsi
di tirocinio retribuiti e attivati, in tutta Italia, presso imprese artigianali. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
La sapienza
del lavoro artigianale, trasmessa durante periodi di tirocinio in imprese specializzate
nei settori del “Made in Italy”, si può rivelare per i giovani - in questo tempo caratterizzato
da una profonda crisi occupazionale - una concreta opportunità di lavoro. Facendo
leva su un modello di formazione che offre la possibilità di una reale esperienza
di apprendimento sul campo, l’iniziativa “Botteghe di Mestiere” intende anche favorire
un processo di ricoperta dei mestieri artigianali. I tirocinanti, che riceveranno
un rimborso mensile di 500 euro, potranno apprendere un mestiere a elevata componente
manuale. In queste peculiari realtà produttive - presenti su tutto il territorio italiano
- potranno anche acquisire conoscenze e competenze per trovare un’occupazione o per
avviare, in proprio, un’attività artigianale. Un ambito, questo, in cui sono sempre
più numerose le professioni legate al lavoro artigianale, che pur facendo parte della
spina dorsale dell’economia italiana, rischiano di scomparire. Secondo un recente
studio della Cgia di Mestre (Associazione Artigiane Piccole Imprese), l’elenco delle
professioni in “via di estinzione” include, tra gli altri, pellettieri, falegnami,
impagliatori, muratori, carpentieri, carrozzieri, riparatori di orologi, tipografi,
elettricisti, sarti e tappezzieri. E in questi e altri settori artigianali lo specifico
percorso di apprendistato proposto con l’iniziativa “Botteghe di Mestiere” può trasformarsi,
soprattutto in tempo di crisi, in un’opportunità di lavoro. Gli aspiranti tirocinanti,
in possesso dei requisiti richiesti per accedere alla selezione, potranno iscriversi
attraverso il sistema informatico raggiungibile dal sito: www.italialavoro.it/amva.
Su
questa iniziativa che offre la possibilità di partecipare a un programma di apprendistato
in mestieri a vocazione artigianale, si sofferma al microfono di Amedeo Lomonaco
il presidente e amministratore Delegato di “Italia Lavoro”, Paolo Reboani:
R. - La filosofia
di questo progetto è molto semplice. Nasce da due idee: la prima è di recuperare nei
nostri giovani il valore del lavoro manuale e del lavoro artigianale, la seconda risponde
al tentativo di recuperare questo filone, e l’idea del lavoro manuale, nelle produzioni
più caratteristiche del “Made in Italy” che insistevano in quell’area.
D. -
Quali sono stati i settori produttivi e gli ambiti territoriali scelti per lanciare
questa iniziativa?
R. - Noi abbiamo fatto un progetto che ha scelto settori,
o imprese, in ogni provincia d’Italia. Abbiamo coperto il “Made in Italy” tradizionale
manifatturiero delle medie imprese. Abbiamo coperto il “Made in Italy” delle cosiddette
“quattro A”: agricoltura, arredamento, abbigliamento, "automotive". Abbiamo coperto
i settori delle panetterie, dell’alta pasticceria, della pesca, i servizi alle famiglie,
alle imprese... Abbiamo sostanzialmente coperto, in tutti i territori italiani, uno
o due settori.
D. - Quali sono oggi, guardando al tessuto produttivo italiano,
i settori che offrono maggiori opportunità di lavoro?
R. - Dire qual è il paradigma
è molto difficile. Io credo che, guardando alla mappa delle esigenze, abbiamo realtà
molto differenziate. Vedo le caratteristiche del “Made in Italy” molto sviluppate,
anche perché quelle sono caratteristiche che hanno anche buone prospettive di occupazione
e di retribuzione; vedo i settori della meccanica più avanzata come l’altro punto
interessante su cui lavorare. Ecco perché credo che, nelle prossime scelte che il
governo dovrà fare, il rapporto scuola - lavoro, le transizioni e il lavoro di qualità
- possano e debbano essere al centro di rinnovate politiche del lavoro rinnovate.
D.
- E all’iter del tirocinio, in diversi casi, è seguito anche un effettivo inserimento
nel mondo del lavoro…
R. - Noi abbiamo attivato quasi cinquemila tirocini in
questo periodo. In alcune realtà, sappiamo esattamente che questi tirocini si sono
trasformati in contratti di apprendistato all’interno delle aziende. Quindi, da questo
punto di vista, sono anche abbastanza soddisfatto dell’impostazione dal punto di vista
delle politiche del lavoro: quella di costituire il tirocinio come un effettivo percorso
di prova all’interno di un percorso di formazione dentro l’impresa. Devo dire che
le imprese hanno tutte reagito in modo positivo a questo tipo di impostazione.
D.
- Il tirocinio prevede un rimborso di 500 euro per ciascun ragazzo…
R. - Noi
abbiamo costruito lo strumento in maniera tale che il giovane potesse avere una sua
borsa, e quindi non fosse uno sfruttamento come accade molte volte. Abbiamo controllato
la qualità del tirocinio, quindi abbiamo scelto e visto le imprese. E abbiamo garantito
alle imprese un minimo rimborso per le spese di carattere organizzativo e formativo
che comporta il tirocinio.