Sud Sudan: proseguono gli sconti a Malakal. Appello dei vescovi per la pace
Continuano gli scontri, in Sud Sudan, per il controllo di Malakal, principale centro
petrolifero della regione. Un conflitto armato scoppiato un mese fa e che finora ha
provocato 10mila vittime e circa 400mila sfollati. Mentre l’Onu esprime preoccupazione
ed invita le parti in causa a porre fine alle ostilità, rispettando il diritto internazionale,
il vescovo di Tombura-Yambio, mons. Barani Eduardo Hiiboro Kussala, ha lanciato catena
di preghiera e digiuno per la riconciliazione. Avviata già il 12 gennaio, l’iniziativa
si concluderà il 2 febbraio, Festa della presentazione del Signore. “Mi appello ai
cattolici, ai cristiani, ai seguaci di ogni religione ed anche ai fratelli non credenti
– scrive in una nota mons. Kussala – e ricordo che la pace è un bene che supera ogni
barriere, perché appartiene a tutta l’umanità!”. Di qui, l’esortazione “a seguire,
con decisione e coraggio, la via del dialogo, del perdono e dei negoziati per superare
il conflitto”, in nome “di una cultura dell’incontro”. Infine, il presule chiede al
Signore di “salvare il Paese da violenza, discordia, confusione, arroganza”, difendendo
“la libertà”, così che il popolo sia unito e diventi un’unica nazione. (I.P.)