Marò in India: commessi troppi errori dalla politica italiana
Giuseppe Palmisano, direttore Istituto Studi Giuridici Internazionali del Cnr L'applicazione
e il rispetto del Diritto internazionale da parte di molti Paesi non è mai stata una
caratteristica forte a livello mondiale. Molti Stati danno seguito ad interessi nazionali
rispetto al Diritto internazionale. In teoria, i Marò italiani , Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone, detenuti dall'India, possono rischiare l'applicazione della pena
di morte. Ma in pratica è da escludere che nel giudizio sia applicata la legge indiana
sulla pirateria che prevede la pena capitale, perchè il governo indiano più volte
ha dato garanzie al riguardo. La Corte Suprema indiana, infatti, non ha fatto mai
riferimento, fin dalla sentenza del gennaio 2013, alla legge sulla pirateria ma ad
altre fonti giuridiche. Dobbiamo dire tuttavia che in questa vicenda gli errori
commessi dall'Italia sono parecchi. Il primo è stato quello di non aver impedito l'attracco
in India della nave con a bordo i Maro'. Un errore tattico, se vogliamo. Poi, secondo
me, l'altro errore è stato quello di riportare i Marò, per ben due volte, in India,
quando sono tornati, nel 2012 per le vacanze di Natale e l'anno scorso per le elezioni
politiche.Queste non sono valutazioni giuridiche, ma politico economiche. L'Italia
forse ha bisogno dell'India come patner commerciale più che l'India dell'Italia. (a
cura di Luca Collodi)