Usa: i vescovi chiedono una politica più umana verso gli immigrati
L'arcivescovo di Los Angeles, mons. José Gómez, si è espresso sulla necessità di continuare
a premere per una revisione della politica sull'immigrazione negli Stati Uniti. Lo
ha fatto chiedendo un approccio più umano verso gli immigrati: "Sono sempre, anzitutto,
esseri umani". L'occasione è stata una conferenza sul tema dell'immigrazione tenuta
nel Centro conferenze del Rotary Club di Los Angeles, organizzata per concludere la
Settimana nazionale della Migrazione, svoltasi dal 5 all’11 gennaio. L'obiettivo principale,
secondo la nota inviata all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale degli Stati
Uniti, è stato quello di promuovere una maggiore consapevolezza della difficile situazione
in cui vivono gli immigrati, in modo speciale i bambini. "Stiamo parlando di anime,
anime umane, non di numeri, né di statistiche - ha detto l’arcivescovo nel suo intervento
-. Stiamo parlando di padri di famiglia che, senza preavviso, non torneranno a casa
per cena stasera. Sono genitori che non possono vedere le loro famiglie per un decennio".
Mons. Gomez, nato in Messico, è diventato cittadino degli Stati Uniti nella seconda
metà degli anni '40, e oggi è considerato una voce importante nell’impegno per la
riforma dell'immigrazione. Molte volte si è espresso a favore del progetto di legge
approvato l'anno scorso dal Senato che prevede la possibilità di avere la cittadinanza
per circa 11 milioni di immigrati che vivono nel Paese senza documenti. La Conferenza
dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha anche ribadito il suo sostegno a un progetto
di legge completo. "Ci dimentichiamo delle persone che stanno morendo nel deserto,
provando a raggiungere i nostri confini – ha detto ancora l’arcivescovo - o delle
donne e dei bambini vittime dei contrabbandieri e dei trafficanti di esseri umani".
Mons. Gomez ha denunciato anche le irruzioni degli agenti per effettuare i controlli
sull’identità delle persone e altre azioni nella detenzione degli immigrati. "Accettiamo
tacitamente una sottoclasse permanente di uomini e donne che vivono nelle periferie
della nostra società - ha detto l’arcivescovo -. Hanno cura dei nostri figli, costruiscono
le nostre case e puliscono i nostri uffici, raccolgono il cibo che mangiamo, ma non
hanno nessun diritto, nessuna sicurezza". (R.P.)