2014-01-14 11:21:14

Centrafrica: scontri a Bozoum. Si allunga la scia di violenze


Almeno 120 morti, centinaia di feriti e 14.000 sfollati: è il bilancio ancora provvisorio diffuso dalla Croce rossa centrafricana dopo le violenze intercomunitarie durate tre giorni nella città nord-orientale di Bozoum. Interi villaggi sono stati attaccati e devastati mentre 1300 case sono state incendiate. Protagonisti dei quello che viene considerato l’ultimo massacro di una lunga serie sono stati ex ribelli della coalizione Seleka (a maggioranza musulmana) e miliziani dei gruppo di autodifesa Anti-Balaka (a maggioranza cristiana). “Ancora una volta a pagare il prezzo più alto delle violenze sono stati i civili. Nei ranghi dei gruppi armati le vittime sono state cinque mentre le altre sono tutti civili innocenti. A questi morti si aggiungono distruzioni su vasta scala in un contesto già molto povero” denuncia all'agenzia Misna padre Cyriaque Gbate, segretario generale della Conferenza episcopale centrafricana (Ceca) contattato a Bangui. “Se i combattimenti sono cessati da alcune ore, a Bozoum la tensione rimane alle stelle. Il prefetto sta tenendo una riunione urgente con le autorità locali e i rappresentanti degli Anti-Balaka” dice ancora il prete centrafricano, sottolineando che “a scatenare la rabbia degli ex Seleka è stata la gioia manifestata dalla popolazione locale” dopo le dimissioni dell’ex presidente di transizione Michel Djotodia. La stessa fonte religiosa ha inoltre riferito che la scia di violenza ha raggiunto altre zone remote del vasto paese. Almeno 11 persone hanno perso la vita nella località meridionale di Mbata, non lontana dal confine con la Repubblica del Congo, dove i ribelli hanno anche appiccato il fuoco a decine di abitazione. Per vendicarsi la popolazione locale ha attaccato la moschea. Dalle ultime testimonianze che giungono dalla diocesi meridionale di Mbaiki risulta che centinaia di civili si sarebbero nascosti nelle foreste, temendo rappresaglie da parte degli ex-Seleka. Un altro fronte si è aperto nella zona di Beloko, al confine col Camerun, dove al termine di pesanti scontri gli Anti-Balaka sarebbero riusciti ad avere la meglio sulla coalizione ribelle e a prendere il controllo della frontiera. Finora alcun bilancio è stato diffuso in merito a quest’ulteriore epicentro di violenze e tensioni. Intanto oggi a Bangui si apre la prima sessione del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), chiamato ad eleggere entro 15 giorni il nuovo Presidente di transizione dopo le dimissioni venerdì scorso a N’Djamena di Djotodia e dell’ex primo ministro Nicolas Tiangaye, dietro pressione dei Paesi dell’Africa centrale. Nelle prossime ore saranno registrate le candidature degli aspiranti capi di Stato e in un secondo tempo i 135 deputati avvieranno consultazioni con forze politiche, gruppi armati, società civile e capi religiosi prima di procedere col voto. (R.P.)







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