Un’iniziativa solidale che vuole rispondere all’invito di Papa Francesco ad avere
attenzione per i poveri. Ad organizzarla i gestori di un bar nei pressi del Vaticano,
che ieri sera hanno preparato una cena per un centinaio di poveri segnalati dalla
parrocchia di Sant'Anna. L’iniziativa vuole essere un momento di amicizia e di condivisione
fraterna per le tante persone che la Caritas parrocchiale aiuta durante tutto l’arco
dell’anno. Molti di loro - racconta il parroco di S. Anna, padre Bruno Silvestrini
- bussano alla porta della comunità agostiniana e degli uffici parrocchiali per chiedere
sostegno economico e morale. Tra i commensali ci sarà anche l’arcivescovo Konrad Krajewski,
Elemosiniere di Papa Francesco. Tiziana Campisi ha intervistato mons. Francesco
Gioia, presidente della Peregrinatio ad Petri Sedem, tra gli organizzatori
della cena solidale:
R. - Da 20 anni,
presso famiglie amiche, organizzo in maniera sempre molto riservata, cene o pranzi
per i poveri dei vari quartieri di Roma. Quest’anno la Provvidenza ha disposto che
si dichiarasse disponibile il “Bar Moretto”, davanti all’entrata del Vaticano, perché
i gestori sono miei amici, sensibili da anni verso i poveri e verso i missionari.
I poveri invitati di questa sera – circa un centinaio – sono quelli che il padre agostiniano
Bruno Silvestrini, parroco della pontificia parrocchia di Sant’Anna, accoglie ed aiuta
tutti i giorni con grande carità, assistendoli tramite la Caritas parrocchiale. Queste
esperienza accanto ai poveri – lo dico convinto – fa scoprire in loro dei valori che
si ignorano. Alla fine, dopo aver parlato con loro un po’ di tempo, anche per pochi
minuti, ci si accorge che loro diventano i nostri maestri di vita.
D. - Chi
sono queste persone? Lei le conosce?
R. - Sono alcuni barboni che dormono nei
pressi dei palazzi vaticani; sono quelle che io incontro tutti i giorni nella parrocchia
di Sant’Anna! Ecco, sono quelli! Dobbiamo ringraziare il Papa per averci sensibilizzato
nel metterci al servizio dei poveri.
D. - C’è qualche storia particolare che
vuole segnalarci?
R. - Ne avrei una. Una persona che incontro tutti i giorni,
la mattina, la sera ... Mi aspetta. Quando faccio il gesto di dargli qualcosa, mi
dice: “No! No!”. Altre volte, è lui a chiedere. Se poi do una banconota, mi dice che
è troppo! Mi ha raccontato questo: “Mi hanno detto: perché non vai in un convento
a fare il frate?” E lui ha commentato – facendomi vergognare -: “Ma io se vado in
un convento trovo da mangiare tre volte al giorno, ho una stanza riscaldata, ho tutti
i comfort. Io invece vivo sotto il cielo!” Quando lo incontro – e lo sento dentro
di me - da una parte mi dà pace, dall’altra mi agita!