Centrafrica. Appello dei vescovi: “Ristabilire le condizioni di sicurezza ed elezioni
rapide”
“Ricreare le condizioni di vita armoniosa nell’interesse di tutti e della nostra cara
nazione adottando misure coraggiose con l’aiuto della comunità internazionale”. È
l’appello lanciato dai vescovi della Repubblica Centrafricana nel loro messaggio intitolato
“Ricostruiamo insieme il nostro Paese nella pace”, pubblicato l’8 gennaio e inviato
all'agenzia Fides. Ricordando che il Natale celebra la nascita del Principe della
Pace, “colui che libera l’uomo dalle sue paure”, i vescovi sottolineano che “sciaguratamente
lo abbiamo reso un giorno di pianto e di lutto. Mentre nel resto del mondo, si celebrava
questo felice avvenimento, noi passavamo il tempo ad ucciderci. Le popolazioni di
Bossangoa, Bouar, Bozoum, Gaga e Bangui sono state particolarmente sconvolte dalle
violenze fratricide”. Nel messaggio si esprime dolore per i cittadini originari dei
Paesi vicini “stabilitisi in Centrafrica da decenni e che hanno contribuito allo sviluppo
del nostro Paese” costretti alla fuga dalle violenze. “È altrettanto avvilente sentire
certi compatrioti prendere in considerazione la partizione della Repubblica Centrafricana”
aggiungono i vescovi. Il messaggio è stato pubblicato poco prima delle dimissioni
del Presidente Michel Djotodia e il Premier Nicolas Tiengaye. Il Presidente del Consiglio
Nazionale di Transizione (Cnt, il Parlamento provvisorio), Alexandre-Ferdinand Nguendet,
ha assunto ad interim la carica di Capo dello Stato. Secondo i vescovi per far uscire
il Paese da questa “crisi senza precedenti” occorre ricostruire l’apparato militare
e di polizia per garantire la vita e i beni di tutti; ridurre al minimo il periodo
di transizione e organizzare il più rapidamente possibile nuove elezioni; creare una
commissione di inchiesta internazionale indipendente per indagare le violazioni dei
diritti umani in Centrafrica; riconsiderare la presenza delle truppe ciadiane (“perché
da 10 anni, le relazioni tra Ciad e Centrafrica hanno portato il popolo centrafricano
a diffidare dell’esercito ciadiano e a consideralo come una minaccia”) dalla Misca
(la forza africana dispiegata nel Paese); disarmare, smobilitare e rimpatriare i mercenari
ciadiani-sudanesi e reinserire i combattenti centrafricani; promuovere il dialogo
tra fedeli delle diverse religioni che coabitano in Centrafrica. I vescovi infine
ringraziano la comunità internazionale per l’aiuto offerto al Paese e concludono affidando
il Centrafrica a “Maria Regina della Pace”. (R.P.)