Nuova escalation di violenze in Iraq. Almeno 13 persone hanno perso la vita in due
distinti attentati dinamitardi avvenuti ieri a Baghdad. È salito invece ad oltre 300
morti il bilancio dei combattimenti tra l’esercito e le milizie di Al Qaeda, che proseguono
da oltre dieci giorni nella provincia Al Anbar. Il servizio di Marco Guerra:
Nel mirino dei
terroristi oggi sono finite due affollate stazioni degli autobus di Baghdad, una nel
centro della capitale e l’altra alla periferia Nord della città. Simili le dinamiche
degli attacchi condotti entrambi con autobomba. Intanto, nella provincia occidentale
di Al Anbar proseguono i combattimenti tra l’esercito e le milizie sunnite filogovernative
da una parte e i militanti qaedisti dello "Stato islamico del Levante" dall’altra.
Secondo un Ong, dopo dieci giorni di scontri, sono rimasti sul terreno 370 morti,
73 dei quali civili, compresi 21 bambini. Migliaia di famiglie stanno tornando verso
le loro case nelle città di Falluja e Ramadi, dove le forze di sicurezza locali hanno
ripreso il controllo dei punti strategici dei centri abitati, precedentemente occupati
dai terroristi. L'esercito nazionale, schierato intorno alle due città, preferisce
per il momento evitare un attacco su vasta scala che rischierebbe di provocare ulteriori
gravi perdite tra i civili. Forze tribali filo governative sostengono di avere il
controllo di gran parte delle zone urbane, ma la situazione resta instabile anche
in altre parti della provincia, soprattutto al confine con la Siria. Dal canto suo,
il premier al Maliki ha invitato tutti i sunniti a schierarsi con il governo perché,
ha detto, “Al Qaeda non risparmia alcun iracheno”.