Il Papa annuncia la nomina di 19 nuovi cardinali, di cui 16 elettori
All’Angelus di ieri, nella Festa del Battesimo del Signore, Papa Francesco ha annunciato
la nomina di 19 nuovi cardinali, di cui 16 elettori e 3 arcivescovi emeriti. I sedici
cardinali elettori verranno creati dal Papa nel Concistoro del 22 febbraio prossimo,
festa della Cattedra di San Pietro. Gli arcivescovi residenziali, futuri cardinali,
appartengono a 12 nazioni. Complessivamente, i 19 nuovi porporati provengono da 15
Paesi. Questi, ha detto il Papa, “rappresentano il profondo rapporto ecclesiale fra
la Chiesa di Roma e le altre Chiese sparse per il mondo”. Prima dell’importante annuncio,
il Pontefice aveva sottolineato che con la nascita di Gesù “è iniziato il grande tempo
della misericordia” sulla Terra. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I 16 futuri
cardinali, annunciati all’Angelus da Papa Francesco, sono mons. Pietro Parolin,
arcivescovo titolare di Acquapendente, segretario di Stato; mons. Lorenzo Baldisseri,
Arcivescovo titolare di Diocleziana, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; mons.
Gerhard Ludwig Műller, arcivescovo-vescovo emerito di Regensburg, prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede; mons. Beniamino Stella, arcivescovo
titolare di Midila, Prefetto della Congregazione per il Clero; mons. Vincent Nichols,
arcivescovo di Westminster (Gran Bretagna); mons. Leopoldo José Brenes Solórzano,
arcivescovo di Managua (Nicaragua); mons. Gérald Cyprien Lacroix, arcivescovo
di Québec (Canada); mons. Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan (Costa
d’Avorio); mons. Orani João Tempesta, O.Cist., arcivescovo di Rio de Janeiro
(Brasile); mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
(Italia); mons. Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires (Argentina);
mons. Andrew Yeom Soo jung, arcivescovo di Seoul (Corea); mons. Ricardo Ezzati
Andrello, S.D.B., arcivescovo di Santiago del Cile (Cile); mons. Philippe Nakellentuba
Ouédraogo, arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso); mons. Orlando B. Quevedo,
O.M.I., arcivescovo di Cotabato (Filippine); mons. Chibly Langlois, Vescovo
di Les Cayes (Haïti).
Insieme ad essi, ha detto il Papa, unirò ai membri del
Collegio cardinalizio 3 arcivescovi emeriti, "che si sono distinti per il loro servizio
alla Santa Sede e alla Chiesa". Si tratta di: Mons. Loris Francesco Capovilla,
arcivescovo titolare di Mesembria, già segretario di Giovanni XXIII; mons. Fernando
Sebastián Aguilar, C.M.F., arcivescovo emerito di Pamplona; mons. Kelvin Edward
Felix, arcivescovo emerito di Castries, nelle Antille. Il Papa ha accompagnato
questo annuncio con una preghiera:
“Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché
rivestiti delle virtù e dei sentimenti del Signore Gesù Buon Pastore, possano aiutare
più efficacemente il Vescovo di Roma nel suo servizio alla Chiesa universale”.
Prima
dell’importante annuncio, il Papa aveva commentato il Vangelo domenicale soffermandosi
sul passo in cui si narra che dopo il battesimo di Gesù da Giovanni nel Giordano,
“si aprirono per lui i cieli”. Papa Francesco ha osservato che “se i cieli rimangono
chiusi, il nostro orizzonte in questa vita terrena è buio, senza speranza”. Ma, ha
commentato, proprio la nascita del Signore “ci ha dato la certezza che i cieli si
sono squarciati”. E, così, nel giorno del battesimo di Cristo “contempliamo i cieli
aperti”:
“La manifestazione del Figlio di Dio sulla terra segna l’inizio
del grande tempo della misericordia, dopo che il peccato aveva chiuso i cieli, elevando
come una barriera tra l’essere umano e il suo Creatore. Con la nascita di Gesù i cieli
si aprono! Dio ci dà nel Cristo la garanzia di un amore indistruttibile”.
Ora
possiamo dunque contemplare i cieli aperti, ha soggiunto, come hanno fatto i pastori
di Betlemme e i Magi d’Oriente, come ha fatto il Battista e Santo Stefano, primo martire.
Questo, ha ribadito il Papa, “è possibile anche per ognuno di noi, se ci lasciamo
invadere dall’amore di Dio, che ci viene donato la prima volta nel Battesimo per mezzo
dello Spirito Santo”.
“Gesù riceve l’approvazione del Padre celeste, che
l’ha inviato proprio perché accetti di condividere la nostra condizione, la nostra
povertà. Condividere è il vero modo di amare. Gesù non si dissocia da noi, ci considera
fratelli e condivide con noi. E così ci rende figli, insieme con Lui, di Dio Padre.
Questa è la rivelazione e la fonte del vero amore”.
“Non vi sembra – ha
poi domandato il Papa – che nel nostro tempo ci sia bisogno di un supplemento di condivisione
fraterna e di amore?”.
“Non vi sembra che abbiamo tutti bisogno di un supplemento
di carità? Non quella che si accontenta dell’aiuto estemporaneo che non coinvolge,
non mette in gioco, ma quella carità che condivide, che si fa carico del disagio e
della sofferenza del fratello. Quale sapore acquista la vita, quando ci si lascia
inondare dall’amore di Dio!”.