A Parigi riunione del gruppo Amici della Siria. Il 3 febbraio a Roma conferenza umanitaria
Si è svolta ieri a Parigi la Conferenza degli “Amici della Siria”: al tavolo l’opposizione
al regime di Damasco e 11 leader di altri Paesi. Unanime la convinzione di trovare
una soluzione politica al conflitto e di escludere un ruolo di Assad nella transizione.
Oggi l’atteso vertice tra i capi delle diplomazie di Usa e Russia, Kerry e Lavrov,
per preparare Ginevra2. Intanto i numeri della guerra restano drammatici: l’Osservatorio
siriano per i diritti umani conta 700 morti dal 3 gennaio negli scontri tra ribelli
e jihadisti, 200 nelle ultime 48 ore. Cecilia Seppia:
L’opposizione
siriana a Parigi raccoglie l’unanime sostegno degli 11 Paesi partecipanti alla Conferenza
degli “Amici della Siria” che oltre a condannare i crimini perpetrati dal regime sottoscrivono
una comune convinzione: Assad e la sua famiglia non hanno più un futuro nel Paese.
La diplomazia continua a lavorare per Ginevra2 e a spingere perché la Coalizione nazionale
siriana, guidata dal presidente Al-Jarba che non nasconde ancora timori e perplessità,
sia presente al tavolo dei negoziati di pace. “Non vi è soluzione al dramma siriano
se non quella politica”, dice il ministro degli esteri francese Fabius. D’accordo
il capo della Farnesina Bonino da cui arrivano anche due dichiarazioni importanti:
il 16 gennaio verrà reso noto il nome del porto italiano che ospiterà la nave Usa
con il carico di armi chimiche requisite al governo di Damasco. Poi l’annuncio di
un incontro internazionale sull’emergenza umanitaria in Siria il prossimo 3 febbraio
a Roma. Sul terreno intanto gli scontri tra ribelli e jihadisti vanno avanti soprattutto
nella provincia di Idlib: 700 le vittime da entrambe le parti in 9 giorni di battaglia,
e l’Onu esprime preoccupazione per gli oltre 250 mila civili che rischiano di morire
di fame perché bloccati in aree assediate.