Ileana Argentin racconta l'incontro con il Papa: grande vicinanza ai disabili, impegno
a superare ogni barriera
Ieri mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza l’on. Ileana Argentin, disabile,
nota per il suo impegno, le sue responsabilità e la sua competenza nel campo delle
disabilità, prima nell’ambito del Comune di Roma e ora in quello del Parlamento italiano.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
L’on. Argentin,
informa padre Federico Lombardi, si era rivolta al Papa con una lettera personale,
chiedendo di potergli presentare diverse problematiche attinenti la disabilità. Il
Papa ha risposto dopo breve tempo, invitandola per un colloquio, che ha avuto luogo
questa mattina nel Palazzo Apostolico ed è durato circa mezz’ora. Il tema principale
su cui l’on. Argentin ha parlato al Pontefice è stato il sostegno da dare in particolare
ai genitori delle persone gravemente disabili, che vivono con grande preoccupazione
la prospettiva di quanto potrà avvenire ai figli dopo la loro morte e la difficoltà
a prendersene cura da parte delle loro sorelle e dei loro fratelli. Sono stati anche
toccati altri argomenti, ad esempio il superamento delle barriere architettoniche
negli edifici pubblici e nelle strutture ecclesiastiche. Il Papa, sottolinea il direttore
della Sala Stampa vaticana, ha manifestato grande attenzione e interesse per tutto
quanto gli è stato detto dall’on. Argentin e ha assicurato, con espressioni di grande
cordialità, la sua partecipazione e il suo incoraggiamento per tutte le persone e
iniziative che si impegnano ad affrontare con sempre maggiore impegno e consapevolezza
i problemi legati alle disabilità.
Poco dopo l'udienza, Alessandro Gisotti
ha chiesto all'on. Ileana Argentin di raccontare l'esperienza dell'incontro
con Papa Francesco:
R. – E' stata
una grande emozione... la sua solarità, una grande luce. E’ stato un momento “magico”,
se mi posso esprimere in questi termini, quando l’ho incontrato. E’ esattamente come
si vede in televisione: una persona umana, vera. Mi ha reso veramente felice. Questa
è la sensazione che ho provato.
D. – Papa Francesco l’ha ascoltata con grande
attenzione sulla tematica della disabilità, e in particolare sui problemi delle persone
e dei genitori …
R. – Certamente. Abbiamo parlato per più di mezz’ora, lungamente,
di disabilità. Io sono andata da lui per chiedere che le nostre rivendicazioni di
diritti venissero affiancate da questa fede. Io sono cattolica, ho sempre creduto,
ma Papa Francesco ha fatto veramente la differenza per il mondo dell’handicap. E’
bastato quando ha baciato quel ragazzo disabile in piazza, la prima volta, per far
cadere il primo muro, quello del pregiudizio. Quindi sono andata da lui con la speranza
che potessimo continuare a lavorare insieme, soprattutto sul rispetto ed il riconoscimento
dei genitori.
D. – Un altro tema che è stato toccato nel vostro colloquio è
il superamento delle barriere architettoniche: qui c’è molto da fare negli edifici
pubblici, ma anche nelle strutture ecclesiastiche. Cosa ha detto il Santo Padre?
R.
– Che si sarebbe impegnato in prima persona. Io gli ho detto: "Sa, i politici in campagna
elettorale tagliano i nastri delle scale e delle discese. Ma poi succede un gran macello,
subito dopo"... Anche nelle chiese abbiamo questo tipo di problema. E lui mi ha detto
che si sarebbe impegnato in prima persona. Poi abbiamo parlato delle mamme dei ragazzi
disabili e della paura che hanno di morire per non lasciarli soli: e lì mi ha detto
che dobbiamo parlarne, perché più ne parliamo e più la gente capirà che il genitore
di un disabile non ha neanche il "lusso di morire". Devo dire che Papa Francesco,
invece, ha sorriso quando gli ho detto: “Quando vado in confessionale mi dicono sempre
che porto la croce di Dio e che quindi non devo avere una pena da estinguere”. Lui
ha riso molto... Poi mi ha anche ringraziato per avergli fatto capire la sofferenza
delle famiglie.
D. – Da questo incontro immagino che lei trovi anche nuova
forza – ne ha tanta, ma anche nuova, no? – per il suo impegno per i diritti delle
persone disabili …
R. – Dicevo al Santo Padre che l’esperienza di questa mattina
mi ha dato una carica ancora più forte. C’è necessità che anche noi disabili smettiamo
di pensare a noi personalmente e a ricordare che ci sono tanti altri che non hanno
neanche voce per parlare. E su questo ci siamo salutati dicendo di non mollare e di
andare avanti!