2014-01-11 14:08:33

Il card. Sandri consacra vescovo il vicario di Aleppo: tacciano le armi in Siria, si aprano corridoi umanitari


È “la pace autentica, la vera pace di cui ha grandemente bisogno l’umanità oggi” quella invocata dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali. L’appello arriva dal Libano, esattamente da Beirut, in occasione dell’ordinazione episcopale di mons. Georges Abou Khazen, dell’Ordine dei Frati Minori, vicario apostolico di Aleppo, la capitale cristiana della Siria, martoriata dalla guerra. Il card. Sandri ha rivolto il suo pensiero “alle immani sofferenze che si consumano da sin troppo tempo” in Siria e ha ricordato i due metropoliti, il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi e il siro-ortodosso Youhanna Ibrahim, rapiti lo scorso aprile e dei quali “non si sa più nulla”. Ribadendo, poi, che “anche nelle situazioni di lontananza, povertà e dolore”, Dio “non si dimentica dell’uomo” e gli “è accanto”, il card. Sandri ha manifestato la speranza che l’ordinazione episcopale di mons. Abou Khazen possa essere, per la Siria, “l’aurora” di un tempo in cui la giustizia sostituirà l’odio e la letizia risplenderà sul lutto. Sergio Centofanti ha raggiunto telefonicamente il card. Leonardo Sandri a Beirut, chiedendogli innanzitutto cosa desideri portare in Libano:RealAudioMP3

R. - Porto con me tutta la fratellanza di Papa Francesco, tutta la sua vicinanza per questa tribolata regione del mondo. Non possiamo perdere la speranza di vedere spuntare l’alba di un nuovo giorno di pace e di riconciliazione e di unione fra tutti quelli che desiderano il bene dell’umanità.

D. - Quali sono le proposte della Chiesa di fronte al dramma umanitario che sta vivendo la popolazione civile in Siria?

R. - Quello che la Chiesa desidera è che ci sia al più presto un cessate-il-fuoco, un armistizio, che tacciano le armi e si aprano i corridoi umanitari e arrivino a tutti quelli che stanno soffrendo, da una parte e dall’altra, soprattutto innocenti, bambini, donne… Quindi, in questo senso, tutta la Chiesa sta pregando e lavorando perché si realizzino questi piccoli-grandi obiettivi umanitari.

D. - Il nuovo vicario avrà ad Aleppo, una città martoriata dalla guerra…

R. - Esattamente! Lui andrà proprio come pastore in una delle zone dove più imperversa la guerra, dove più c’è odio e separazione. Va come rappresentante di Cristo, come il Buon Pastore, per unire tutti nell’amore.

D. - Come si può aiutare questa piccola minoranza cristiana che sta soffrendo in Siria?

R. - Da parte di tutta la comunità internazionale è necessario un appoggio affinché si raggiungano questi obiettivi minimi di riconciliazione e di pace, che poi sono grandissimi. Sarebbe una grande gioia per il mondo intero se si raggiungessero nella prossima conferenza di Ginevra! Tutta la comunità cristiana di tutto il mondo può poi collaborare attraverso le Caritas per far giungere alla Caritas Libano, alla Caritas Siria e alla Caritas Giordania tutto l’appoggio materiale possibile, per poter sollevare questi fratelli da tante sofferenze. Mi permetta, infine, un saluto dal Libano a tutta la comunità cattolica del mondo, a tutti i fratelli cristiani, perché collaborino con la preghiera affinché Gesù porti la pace a questa regione. E grazie a voi per l’aiuto che date attraverso le informazioni, in modo tale che tutti possano prendere coscienza sia della gravità della situazione, sia anche della necessità di collaborare al più presto possibile con tutti.


Sul significato di questo viaggio, Hélène Destombes ha sentito mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo dei Caldei e presidente di Caritas Siria:RealAudioMP3

“E’ molto significativa per noi questa vicinanza, ci dà il senso della solidarietà. Per noi tutti questi gesti del Santo Padre, la preghiera per la Siria del settembre scorso, tutti i suoi appelli, sono gesti per dire che la Chiesa non è lontana e questo è molto importante. Penso anche che la presenza del cardinale Sandri sia una testimonianza di comunione tra Oriente ed Occidente. E’ molto significativo per noi e per tutti gli altri cristiani in Siria, in Libano e in Medio Oriente”.







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