Il card. Sandri consacra vescovo il vicario di Aleppo: tacciano le armi in Siria,
si aprano corridoi umanitari
È “la pace autentica, la vera pace di cui ha grandemente bisogno l’umanità oggi” quella
invocata dal card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali.
L’appello arriva dal Libano, esattamente da Beirut, in occasione dell’ordinazione
episcopale di mons. Georges Abou Khazen, dell’Ordine dei Frati Minori, vicario apostolico
di Aleppo, la capitale cristiana della Siria, martoriata dalla guerra. Il card. Sandri
ha rivolto il suo pensiero “alle immani sofferenze che si consumano da sin troppo
tempo” in Siria e ha ricordato i due metropoliti, il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi
e il siro-ortodosso Youhanna Ibrahim, rapiti lo scorso aprile e dei quali “non si
sa più nulla”. Ribadendo, poi, che “anche nelle situazioni di lontananza, povertà
e dolore”, Dio “non si dimentica dell’uomo” e gli “è accanto”, il card. Sandri ha
manifestato la speranza che l’ordinazione episcopale di mons. Abou Khazen possa essere,
per la Siria, “l’aurora” di un tempo in cui la giustizia sostituirà l’odio e la letizia
risplenderà sul lutto. Sergio Centofanti ha raggiunto telefonicamente il card.
Leonardo Sandri a Beirut, chiedendogli innanzitutto cosa desideri portare in Libano:
R. - Porto con
me tutta la fratellanza di Papa Francesco, tutta la sua vicinanza per questa tribolata
regione del mondo. Non possiamo perdere la speranza di vedere spuntare l’alba di un
nuovo giorno di pace e di riconciliazione e di unione fra tutti quelli che desiderano
il bene dell’umanità.
D. - Quali sono le proposte della Chiesa di fronte al
dramma umanitario che sta vivendo la popolazione civile in Siria?
R. - Quello
che la Chiesa desidera è che ci sia al più presto un cessate-il-fuoco, un armistizio,
che tacciano le armi e si aprano i corridoi umanitari e arrivino a tutti quelli che
stanno soffrendo, da una parte e dall’altra, soprattutto innocenti, bambini, donne…
Quindi, in questo senso, tutta la Chiesa sta pregando e lavorando perché si realizzino
questi piccoli-grandi obiettivi umanitari.
D. - Il nuovo vicario avrà ad Aleppo,
una città martoriata dalla guerra…
R. - Esattamente! Lui andrà proprio come
pastore in una delle zone dove più imperversa la guerra, dove più c’è odio e separazione.
Va come rappresentante di Cristo, come il Buon Pastore, per unire tutti nell’amore.
D. - Come si può aiutare questa piccola minoranza cristiana che sta soffrendo
in Siria?
R. - Da parte di tutta la comunità internazionale è necessario un
appoggio affinché si raggiungano questi obiettivi minimi di riconciliazione e di pace,
che poi sono grandissimi. Sarebbe una grande gioia per il mondo intero se si raggiungessero
nella prossima conferenza di Ginevra! Tutta la comunità cristiana di tutto il mondo
può poi collaborare attraverso le Caritas per far giungere alla Caritas Libano, alla
Caritas Siria e alla Caritas Giordania tutto l’appoggio materiale possibile, per poter
sollevare questi fratelli da tante sofferenze. Mi permetta, infine, un saluto dal
Libano a tutta la comunità cattolica del mondo, a tutti i fratelli cristiani, perché
collaborino con la preghiera affinché Gesù porti la pace a questa regione. E grazie
a voi per l’aiuto che date attraverso le informazioni, in modo tale che tutti possano
prendere coscienza sia della gravità della situazione, sia anche della necessità di
collaborare al più presto possibile con tutti.
Sul significato di questo
viaggio, Hélène Destombes ha sentito mons. Antoine Audo, vescovo di
Aleppo dei Caldei e presidente di Caritas Siria:
“E’ molto significativa
per noi questa vicinanza, ci dà il senso della solidarietà. Per noi tutti questi gesti
del Santo Padre, la preghiera per la Siria del settembre scorso, tutti i suoi appelli,
sono gesti per dire che la Chiesa non è lontana e questo è molto importante. Penso
anche che la presenza del cardinale Sandri sia una testimonianza di comunione tra
Oriente ed Occidente. E’ molto significativo per noi e per tutti gli altri cristiani
in Siria, in Libano e in Medio Oriente”.