"E' un'illusione
che legalizzando la cannabis si possano mettere in difficoltà le organizzazioni criminali
che si finanziano con il narcotraffico. Il mercato della cannabis, rispetto al mercato
di cocaina, eroina e delle cosiddette nuove droghe vendute via web, rappresenta infatti
una quota irrisoria del mercato totale". Lo afferma Giovanni Serpelloni,
capo del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio
commentando il dibattito sulla cannabis libera avviato dal disegno di legge del senatore
Manconi. "Il vero effetto della legalizzazione sarebbe solo quello di aumentare
i consumatori e quindi tutti gli effetti collaterali legati al consumo di cannabis.
Farebbe aumentare il consumo da parte degli adolescenti compromettendo le loro funzioni
cognitive e il loro sviluppo cerebrale. E' infatti dimostrato scientificamente
che coloro che fanno uso di cannabis subiscono una diminuzione del quoziente intellettivo
di circa 8 punti. Come ha affermato anche Nora Volkow, direttrice negli Usa del National
Institute on Drug Abuse (NIDA), la progressiva liberalizzazione di questo tipo di
droghe causerà la diminuzione dell'intelligenza della popolazione, l'aumento degli
incidenti correlati, anche di quelli professionali e degli atti di violenza. Nel medio
lungo temine questo tipo di politiche non fanno il bene della popolazione né quello
dell'individuo", aggiunge Serpelloni. "Chi parla contro la legalizzazione - spiega
- chi non accetta supinamente questa pretesa normalizzazione del consumo di sostanze
tossiche per il cervello, subisce una vera e propria aggressione. Viene minacciato,
accusato di non essere un vero scienziato, di non avere un senso etico. Una lobby
che le sostiene certamente c'è, basta vedere quello che accade in borsa. Il cosiddetto
'oro verde' è il mercato del futuro. La legalizzazione permetterebbe a molti di fare
soldi sulla pelle della gente. Una cosa inaccettabile eticamente e moralmente, ma
anche dal punto di vista economico. Pensiamo ai danni economici, alle spese necessarie
in termini di sanità pubblica per riparare i danni causati dall'uso massiccio di cannabis".
Serpelloni risponde anche indirettamente al senatore Manconi che in un'intervista
radiofonica ha affermato che 'nessuno è mai morto per abuso di canne'. "E' una comunicazione
manipolatoria. Il principio attivo della cannabis non causa una mortalità diretta,
ma una mortalità correlata. Pensiamo a quante morti sono provocate da autisti alla
guida sotto l'effetto di cannabis. O a quante persone che hanno cominciato con la
cannabis sono morte poi per aver assunto oppiacei perché indotti da questo consumo
iniziale". "Come insegnante e cittadino - aggiunge Antonello Vanni, educatore
e scrittore - provo sdegno nel costatare che mi viene chiesto ogni giorno
di fare prevenzione, educare i giovani alla salute e alla legalità e poi il parlamento
produce un disegno di legge che va nella direzione opposta. Credo che oggi i politici
dovrebbero occuparsi di temi molto più importanti come il lavoro e lasciare all'ultimo
posto questi temi". "L'Oms ha lanciato lo scorso anno un allarme annunciando che
entro il 2020 un giovane su cinque soffrirà di disturbi mentali. Ci vorrebbe dunque
molta più cautela nell'intraprendere questi percorsi. Andrebbero invece promossa nei
giovani l'intelligenza, la creatività, l'acquisizione delle competenze. E' questo
ciò di cui un Paese ha bisogno in un momento di crisi. Non abbiamo bisogno di persone
drogate". (a cura di Fabio Colagrande)