Indonesia: cristiani in crescita ad Aceh, ma niente permessi per costruire chiese
La piccola comunità cristiana nella provincia indonesiana di Aceh, nel Nord dell’isola
di Sumatra, prospera ed è in crescita ma ottenere permessi per costruire chiese risulta
impossibile, riferiscono a Fides le Chiese locali. Nella provincia, nota perché ha
approvato parti della sharia (la legge islamica) nella legge civile, i cristiani,
secondo i dati del censimento 2010, sono l’1,2 % della popolazione che in totale conta
circa 4,5 milioni di abitanti. Esistono solo tre chiese nel capoluogo Banda Aceh (una
cattolica e due protestanti) e, anche se la popolazione cristiana di Aceh risulta
in crescita, gli stretti requisiti per ottenere autorizzazioni e le pressioni dei
gruppi radicali islamici sulle autorità civili hanno reso oltremodo difficile per
i non musulmani costruire nuovi luoghi di culto. Inoltre l’attuale governatore della
provincia, Zaini Abdullah, eletto nel 2012, promuove un dichiarato programma di islamizzatone
della società. Le regole per concedere permessi di costruzione variano da provincia
a provincia, in Indonesia. Secondo Zulfikar Muhammad, coordinatore della “Aceh Human
Rights Coalition”, che accoglie circa 30 organizzazioni, “ queste regole limitano
di fatto minoranze nel libertà di praticare la loro fede e non sono coerenti con la
Costituzione indonesiana”. Un’ordinanza del Ministero degli Interni indonesiano stabiliva
nel 2006, come requisiti necessari, la richiesta firmata da almeno 90 membri di una
comunità e, in più, una lettera di sostegno firmata da almeno 60 residenti locali,
non appartenenti alla comunità. Ad Aceh, nel 2007, la normativa è stata modificata
in senso restrittivo dal governatore locale: per la provincia sono necessarie le firme
di almeno 150 fedeli e, inoltre, le firme di sostegno di 120 residenti. Con tali requisiti,
non solo i cristiani non riescono a ottenere nuovi permessi ma alcune sale di preghiera
esistenti sono state chiuse: a ottobre 2012, l'amministrazione di Banda Aceh ha ordinato
la chiusura di nove luoghi di culto appartenenti a cristiani e buddisti, citando il
mancato rispetto delle leggi vigenti. In sei casi, sono risultate decisive le rumorose
proteste dei militati dell’Islamic Defenders Front (FPI). Sei mesi prima, nel sud
della provincia di Aceh le autorità hanno ordinato la chiusura di altri 17 luoghi
di culto cristiani. (R.P.)