Economia solidale per superare la crisi nel nuovo libro di padre Piero Sapienza
Costruire un nuovo modello di società basato sulla solidarietà, per contrastare la
disoccupazione e la crisi economica. Un’esigenza sostenuta da padre Piero Sapienza
nel suo nuovo libro dal titolo “Il cammello e la cruna dell’ago”, edito dalla Libreria
Editrice Vaticana. Il docente di Dottrina sociale della Chiesa presso lo studio teologico
San Paolo di Catania ribadisce anche l’importanza del lavoro per la dignità della
persona. Lo ha intervistato Filippo Passantino:
R. – Con le
cifre della disoccupazione sempre più elevate, lo stesso lavoro deve essere visto
sia come realizzazione della persona umana, sia come il bene che si deve fare nella
vita sociale. Anche le istituzioni politiche ed economiche devono fare in modo che
ci sia davvero un lavoro per tutti. Giovanni Paolo II, nel Giubileo del 2000, parlando
all’organizzazione internazionale del lavoro, chiedeva un lavoro “decente” e non un
lavoro qualunque, come alle volte purtroppo succede oggi. Tutto questo implica, per
esempio, l’impegno da parte dei sindacati che devono cominciare a rivedere quali sono
i loro impegni oggi a favore dei lavoratori, non solo per chi lo ha e non lavora ma
anche per quelli che non ce l’hanno.
D. – In più occasioni, sia Benedetto XVI
che Papa Francesco hanno fatto riferimento all’esigenza di un’economia “umana”, un’economia
etica…
R. – Soprattutto un’economia che deve essere improntata anche sul valore
della fraternità e della solidarietà. La parola fraternità può sembrare una cosa fuori
luogo, però assicura anche una migliore economia.In fondo, questo lo ha chiarito
fortemente Benedetto XVI nella Caritas in Veritate. In economia, c’è quasi
vergogna a parlare di solidarietà. Invece no, perché è questa che può assicurare uno
sviluppo che coinvolge tutti gli uomini. Diversamente, non si può avere sviluppo,
uno sviluppo che coinvolga l’uomo in tutte le sue dimensioni materiali, spirituali,
religiose, morali…
D. – Dunque, un’economia solidale per non lasciare nessuno
indietro…
R. – Esattamente. Lo sviluppo o è di tutti, o è soltanto di una élite
e di fatto prima o poi si ritorcerà contro la stessa élite. Comunque, in ogni caso
non dovrebbe essere davvero uno sviluppo, ma questo l’aveva già detto anche Paolo
VI, nel 1967 nella Populorum progressio, dove già aveva toccato questi temi
dello sviluppo, inteso come sviluppo di tutti.
D. – Perché ha intitolato il
suo libro “Il cammello e la cruna dell’ago”?
R. – Chiaramente, partendo dalla
parabola del Vangelo. Il cammello sta ad indicare quelle che sono state tutte le nostre
esigenze, sovradimensionate, dal consumismo. Per cui, non si può fare a meno di nulla.
La cruna dell’ago è perché chiaramente ormai le risorse cominciano a essere sempre
meno. Quindi, o questo cammello dimagrisce o altrimenti resta fuori.