2014-01-09 13:26:07

Tasi: rischio stangata nei comuni meno virtuosi


La pressione fiscale nel terzo trimestre 2013 è stata pari al 41,2%, inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2012. Lo comunica l'Istat. Intanto, si continua a discutere dell’introduzione della Tasi. Il servizio di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Verso la fine del 2013 il fisco si è fatto meno sentire. Ma se consideriamo un periodo più lungo - i primi nove mesi dello scorso anno - la pressione fiscale é stata del 41,4%, superiore di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2012. E da quest’anno ci sarà la Tasi, ovvero l’imposta sui servizi indivisibili. L’aliquota, su tutti gli immobili, non potrà superare il 2,5 per mille. Ma i comuni potranno applicare un aumento dallo 0,1 per mille allo 0,8 per mille, a fronte però di detrazioni per famiglie e ceti deboli. Per i sindaci, i comuni comunque avranno un calo del gettito. E poi c’è il nodo della "mini Imu". Il commento di Paolo Conti, responsabile dei Caf Acli:

R. – Le sollecitazioni maggiori sulla casa, attualmente, sono relative a questa "mini Imu", che sembrava prima non dovesse partire, poi è decollata e poi si è rifermata, e ieri praticamente ha avuto la conferma dell’obbligo del pagamento da parte del Governo. Pertanto, il 24 gennaio, avremo l’80 per cento dei soggetti, che hanno pagato l’Imu per la prima casa nel 2012, che saranno assoggettati a questo tributo anche per il 2013. E’ un lavoro enorme, dunque, tenendo conto che oltre il 60 per cento dei Comuni, capoluogo di Provincia, ha incrementato l’aliquota dell’abitazione principale.

D. – Come risponde a chi dice che la Tasi in qualche modo è una Imu mascherata?

R. – E’ assolutamente la verità, perché, a tutti gli effetti, i parametri di calcolo, i valori delle rendite catastali, sono tutti invariati: è diverso solo il meccanismo di calcolo.

D. – Senza detrazioni, le famiglie rischiano una stangata?

R. – Quello dipenderà assolutamente dai Comuni. Mentre prima la detrazione era una detrazione, fissata dalla normativa statale, oggi diventa una detrazione facoltativa, stabilita dai singoli Comuni sulla base delle loro esigenze di bilancio. Lasciare agli enti locali questa possibilità, probabilmente creerà un’Italia a più velocità e a più parametrizzazione. I Comuni, infatti, più virtuosi probabilmente avranno la possibilità di aumentare addirittura le detrazioni, rispetto a quello che era il valore standard dello Stato dell’anno precedente, e i Comuni invece con qualche difficoltà di bilancio in più e meno capaci, probabilmente, di gestire le proprie risorse negli anni precedenti, dovranno inasprire e, di conseguenza, i cittadini di questi Comuni si troveranno doppiamente danneggiati.







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