La pressione fiscale nel terzo trimestre 2013 è stata pari al 41,2%, inferiore di
1,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2012. Lo comunica l'Istat.
Intanto, si continua a discutere dell’introduzione della Tasi. Il servizio di Alessandro
Guarasci:
Verso la
fine del 2013 il fisco si è fatto meno sentire. Ma se consideriamo un periodo più
lungo - i primi nove mesi dello scorso anno - la pressione fiscale é stata del 41,4%,
superiore di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2012. E
da quest’anno ci sarà la Tasi, ovvero l’imposta sui servizi indivisibili. L’aliquota,
su tutti gli immobili, non potrà superare il 2,5 per mille. Ma i comuni potranno applicare
un aumento dallo 0,1 per mille allo 0,8 per mille, a fronte però di detrazioni per
famiglie e ceti deboli. Per i sindaci, i comuni comunque avranno un calo del gettito.
E poi c’è il nodo della "mini Imu". Il commento di Paolo Conti, responsabile
dei Caf Acli:
R. – Le sollecitazioni maggiori sulla casa, attualmente, sono
relative a questa "mini Imu", che sembrava prima non dovesse partire, poi è decollata
e poi si è rifermata, e ieri praticamente ha avuto la conferma dell’obbligo del pagamento
da parte del Governo. Pertanto, il 24 gennaio, avremo l’80 per cento dei soggetti,
che hanno pagato l’Imu per la prima casa nel 2012, che saranno assoggettati a questo
tributo anche per il 2013. E’ un lavoro enorme, dunque, tenendo conto che oltre il
60 per cento dei Comuni, capoluogo di Provincia, ha incrementato l’aliquota dell’abitazione
principale.
D. – Come risponde a chi dice che la Tasi in qualche modo
è una Imu mascherata?
R. – E’ assolutamente la verità, perché, a tutti gli
effetti, i parametri di calcolo, i valori delle rendite catastali, sono tutti invariati:
è diverso solo il meccanismo di calcolo.
D. – Senza detrazioni, le famiglie
rischiano una stangata?
R. – Quello dipenderà assolutamente dai Comuni. Mentre
prima la detrazione era una detrazione, fissata dalla normativa statale, oggi diventa
una detrazione facoltativa, stabilita dai singoli Comuni sulla base delle loro esigenze
di bilancio. Lasciare agli enti locali questa possibilità, probabilmente creerà un’Italia
a più velocità e a più parametrizzazione. I Comuni, infatti, più virtuosi probabilmente
avranno la possibilità di aumentare addirittura le detrazioni, rispetto a quello che
era il valore standard dello Stato dell’anno precedente, e i Comuni invece con qualche
difficoltà di bilancio in più e meno capaci, probabilmente, di gestire le proprie
risorse negli anni precedenti, dovranno inasprire e, di conseguenza, i cittadini di
questi Comuni si troveranno doppiamente danneggiati.