Grecia. Cerimonia per l’inaugurazione della presidenza di turno del Consiglio Ue
Oggi, ad Atene, prende avvio ufficialmente il semestre greco di presidenza dell’Unione
Europea. Nel pomeriggio, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, il
presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, e altri esponenti dell'esecutivo
di Bruxelles partecipano a una serie di incontri con il governo greco. Poi, questa
sera, l'Athens Concert Hall ospiterà la cerimonia di inaugurazione. Il servizio di
Fausta Speranza:
Atene al timone
del Consiglio dell’Unione Europa da oggi, con tutta l’ufficialità del caso. Ma la
Grecia resta un’osservata speciale: il 15 gennaio, torneranno infatti ad Atene i rappresentanti
della troika (Fmi, Ue e Bce), nell’ambito del processo di risanamento dei conti
previsto dopo la scoperta di profonde incongruenze nelle dichiarazioni economiche
fatte a Bruxelles. Dal punto di vista politico, va detto che la coalizione
dei due partiti – centrodestra e socialista – procede con una risicata maggioranza
governativa. In ogni caso, l’occupazione resta in Grecia la principale emergenza ma
è anche tra le assolute priorità per tutta l’Unione Europea. Delle necessità e del
contributo che Atene può dare, Giandonato Caggiano, docente di diritto dell'Unione
Europea presso l'Università di Roma Tre, dice:
R. – Certamente, la questione
dell’occupazione e del lavoro, le questioni economiche, non necessariamente finanziarie,
rappresentano le priorità. Dopo una fase nella quale hanno prevalso i meccanismi di
stabilizzazione dell’euro – meccanismi-garanzia del sistema bancario – è chiaro che
a questo punto le priorità sono quelle di consentire aggiustamenti, flessibilità rispetto
al 3% fissato a Maastricht per il rapporto tra Pil e reddito lordo. C’è la necessità
di consentire investimenti produttivi che possano generare nuova occupazione. E’ evidente
che vi sia poi una prospettiva di crescita delle strutture istituzionali. E’ evidente
pure che la crisi abbia spostato l’asse verso il Consiglio dei ministri, ridotto conseguentemente
il potere di iniziativa della Commissione e ridotto ancora conseguentemente anche
la capacità del parlamento europeo di essere presente su alcuni temi, anche se ovviamente
non tutto è andato male.
D. – In tutto questo, quale contributo potrà dare
la Grecia?
R. – Io penso che quello della Grecia possa essere un contributo
anche simbolico, perché è il Paese che più ha subito i meccanismi istituzionali e
non solo dell’Unione, ma anche a livello internazionale, del Fondo monetario. Quindi,
la Grecia sa benissimo quale possa essere il cambiamento di rotta nel rapporto tra
riforme economiche e riforme politiche. Credo che la Grecia rappresenti bene una conseguenza
palpabile, fisica, della variante del "format" che ha assunto l’Unione Europea in
questo periodo. E penso che la Grecia possa condurre – diciamo al di fuori dei meccanismi
soltanto ed esclusivamente dell’Unione bancaria e della stabilizzazione dell’euro
– l’azione dell’Unione Europea verso argomenti, settori e materie che siano più incentrate
sullo sviluppo, sull’occupazione, sugli investimenti. Parlo di tematiche che possano
essere sottratte alla tagliola del 3%, in cui Pil e debito impediscono di dare stimoli
alla ripresa economica, come invece hanno fatto negli Stati Uniti, come ha fatto Obama.
Ovviamente, negli Usa c’è una situazione che permette ancora di avere la sovranità
sulla moneta e quindi diciamo la possibilità di stampare moneta, cosa che in Europa
non è più possibile!
D. - Presidenza greca e poi presidenza italiana…
R.
- Appunto, la presidenza greca precede poi quella italiana e ci sono tutti i segnali
per quella italiana. La presidenza italiana del semestre sarà sicuramente caratterizzata
da questi temi: lo hanno già detto sia il presidente del Consiglio Letta, sia un po’
tutte le forze politiche. Direi che proprio tutte le forze politiche chiedono una
modifica della guida dell’Europa. Io credo che incredibilmente la improvvisa ondata
inflattiva della Germania possa contribuire a una revisione più ponderata dell’equilibrio
istituzionale. E’ abbastanza curioso che si succedano queste due presidenze. C’è da
essere fiduciosi che ciascuno sappia imporre la propria agenda nel senso dello sviluppo
economico.