Depenalizzazione cannabis. Federazione comunità terapeutiche: costi sociali enormi
Si riapre in Italia il dibattito sulla depenalizzazione della cannabis, dopo la proposta
antiproibizionista dell’assessore leghista lombardo, Gianni Fava, e la presentazione
di un disegno di legge da parte del senatore del Pd, Luigi Manconi. Il servizio di
Amedeo Lomonaco:
La legalizzazione
della cannabis torna nel dibattito politico. Il proibizionismo – afferma Nichi Vendola,
presidente nazionale di Sel – “è manna dal cielo per i trafficanti”. Per il vicepresidente
del Senato, Maurizio Gasparri (Forza Italia), si tratta invece di vecchie questioni
che “l’evidenza scientifica e il buon senso avrebbero dovuto definitivamente chiudere”.
Contrario alla depenalizzazione della marijuana anche il segretario del Pd, Matteo
Renzi, che esorta però a rivedere la legge Fini-Giovanardi e a reintrodurre “la distinzione
tra droghe leggere e droghe pesanti”.
I favorevoli alla legalizzazione della
cannabis sottolineano che la fine del proibizionismo sarebbe un duro colpo per la
criminalità organizzata e porterebbe otto miliardi euro all’anno nelle casse dello
Stato. Il dibattito sulla depenalizzazione si è riaperto, in varie zone del mondo,
dopo i recenti provvedimenti presi da diversi Stati americani e dall’Uruguay, diventato
il primo Paese ad aver legalizzato la produzione e la vendita della marijuana. I derivati
della cannabis non provocherebbero, inoltre, effetti particolarmente nocivi per la
salute e potrebbero anche essere usati per applicazioni terapeutiche.
Per
i contrari alla legalizzazione della cannabis, si tratta invece di una sostanza altamente
nociva. Sul sito del Ministero della salute si ricorda, in particolare, che i derivati
della cannabis “danneggiano l'apparato respiratorio e quello immunitario”. Causano
inoltre l'aumento del battito cardiaco e mal di testa, “influiscono sulla memoria
e sulla capacità di concentrazione”. L'assunzione in dosi elevate può inoltre comportare
“l'insorgere di paranoie e manie di persecuzione”. La legalizzazione della cannabis
– sottolinea Marco Cafiero, consigliere della Federazione italiana delle comunità
terapeutiche – non è una soluzione:
R. – È un modo per abbassare la guardia
sul problema, in nome di altri problemi che sono legati al sovraffollamento carcerario,
a una criminalizzazione del consumatore.
D. – C’è dunque chi chiede di depenalizzare
la marijuana e chi, come il segretario del Pd, Matteo Renzi, chiede di rivedere l’equiparazione
tra droghe leggere e droghe pesanti introdotta con la legge Fini-Giovanardi…
R.
– Io cerco sempre di non banalizzare mai nel dire che, necessariamente, il consumo
di sostanze leggere porta inevitabilmente al consumo di sostanze pesanti. Però, sicuramente,
stiamo parlando di una sostanza che non produce alcun effetto positivo, ma altera
le coscienze e, in qualche modo, riduce l’aspetto valoriale sotteso a uno stile di
vita sano.
D. – Il dibattito si è riaperto dopo le recenti decisioni dell’Uruguay
e di alcuni Stati degli Usa, che hanno legalizzato la vendita della cannabis…
R.
– Io esprimo una certa cautela, non tanto nel censurare il comportamento di altri
Stati, ma quanto nell’attuare una politica del genere su un nostro territorio che
è totalmente diverso per cultura e per problematiche. Il costo sociale che comporterebbe
un provvedimento del genere avrebbe sicuramente un effetto distruttivo ed economicamente
pesante per la società.