2014-01-08 20:06:46

Al via il semestre greco di presidenza dell'Ue


Ha preso il via ieri ad Atene il semestre greco di presidenza dell’Unione europea. La Grecia deve andare avanti con le riforme, "i vostri sacrifici porteranno a un futuro migliore", ha detto il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso presente ad Atene assieme al presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy e ad altri esponenti dell’esecutivo di Bruxelles per una serie di incontri con il governo greco. Poi, ieri sera, all’Athens Concert Hall, la cerimonia di inaugurazione. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

E’ un’Atene blindata dalla presenza di cinquemila poliziotti quella che accoglie la cerimonia di apertura del semestre di presidenza greco dell’Ue. Cerimonia a cui non partecipa Alexis Tsipras, il leader del principale partito di opposizione Syriza, che invece terrà una manifestazione. Con la presidenza di turno del Consiglio Ue ''la Grecia ha l’opportunità di mostrare le lezioni che ha imparato dalla crisi'', ha detto ad Atene il presidente della Commissione europea, Jose' Manuel Barroso, al termine dell'incontro tra il collegio dei commissari e il governo greco. In sintesi l’invito di Barroso è non mollare mettendo a rischio i risultati ottenuti: la Grecia ha fatto grandi progressi ma non è ancora fuori dalla crisi. Ad intervenire anche il primo ministro greco, Antonio Samaras. ''Non tutto è risolto ma guardiamo dove eravamo pochi anni fa e guardiamo dove siamo oggi'', ha affermato dicendosi certo che in occasione delle elezioni europee del 22-25 maggio la Grecia voterà a sostegno dell'Europa. E mentre il paese ellenico è ancora sotto l’emergenza occupazione, la Grecia resta anche un osservato speciale: la prossima settimana torneranno nella capitale greca i rappresentanti di Fmi, Ue e Bce per discutere dei progressi compiuti da Atene e dell'erogazione di una nuova tranche di aiuti per 4,1 miliardi di euro.

Delle necessità e del contributo che Atene può dare, Giandonato Caggiano, docente di diritto dell'Unione Europea presso l'Università di Roma Tre, al microfono di Fausta Speranza dice:RealAudioMP3

R. – Certamente, la questione dell’occupazione e del lavoro, le questioni economiche, non necessariamente finanziarie, rappresentano le priorità. Dopo una fase nella quale hanno prevalso i meccanismi di stabilizzazione dell’euro – meccanismi-garanzia del sistema bancario – è chiaro che a questo punto le priorità sono quelle di consentire aggiustamenti, flessibilità rispetto al 3% fissato a Maastricht per il rapporto tra Pil e reddito lordo. C’è la necessità di consentire investimenti produttivi che possano generare nuova occupazione. E’ evidente che vi sia poi una prospettiva di crescita delle strutture istituzionali. E’ evidente pure che la crisi abbia spostato l’asse verso il Consiglio dei ministri, ridotto conseguentemente il potere di iniziativa della Commissione e ridotto ancora conseguentemente anche la capacità del parlamento europeo di essere presente su alcuni temi, anche se ovviamente non tutto è andato male.

D. – In tutto questo, quale contributo potrà dare la Grecia?

R. – Io penso che quello della Grecia possa essere un contributo anche simbolico, perché è il Paese che più ha subito i meccanismi istituzionali e non solo dell’Unione, ma anche a livello internazionale, del Fondo monetario. Quindi, la Grecia sa benissimo quale possa essere il cambiamento di rotta nel rapporto tra riforme economiche e riforme politiche. Credo che la Grecia rappresenti bene una conseguenza palpabile, fisica, della variante del "format" che ha assunto l’Unione Europea in questo periodo. E penso che la Grecia possa condurre – diciamo al di fuori dei meccanismi soltanto ed esclusivamente dell’Unione bancaria e della stabilizzazione dell’euro – l’azione dell’Unione Europea verso argomenti, settori e materie che siano più incentrate sullo sviluppo, sull’occupazione, sugli investimenti. Parlo di tematiche che possano essere sottratte alla tagliola del 3%, in cui Pil e debito impediscono di dare stimoli alla ripresa economica, come invece hanno fatto negli Stati Uniti, come ha fatto Obama. Ovviamente, negli Usa c’è una situazione che permette ancora di avere la sovranità sulla moneta e quindi diciamo la possibilità di stampare moneta, cosa che in Europa non è più possibile!

D. - Presidenza greca e poi presidenza italiana…

R. - Appunto, la presidenza greca precede poi quella italiana e ci sono tutti i segnali per quella italiana. La presidenza italiana del semestre sarà sicuramente caratterizzata da questi temi: lo hanno già detto sia il presidente del Consiglio Letta, sia un po’ tutte le forze politiche. Direi che proprio tutte le forze politiche chiedono una modifica della guida dell’Europa. Io credo che incredibilmente la improvvisa ondata inflattiva della Germania possa contribuire a una revisione più ponderata dell’equilibrio istituzionale. E’ abbastanza curioso che si succedano queste due presidenze. C’è da essere fiduciosi che ciascuno sappia imporre la propria agenda nel senso dello sviluppo economico.

Ma come vede questi prossimi sei mesi l’arcivescovo cattolico di Atene, Nikolaos Foscolos? Ascoltiamolo al microfono di Antonella Palermo: RealAudioMP3

R. – E’ una presidenza di turno, penso che il nostro governo ce la farà malgrado le difficoltà in cui viviamo in questo periodo. Mi sembra che si potrebbe parlare di quattro fattori che creano problemi adesso ai cittadini greci. La corruzione generale, un fenomeno molto diffuso; la crisi economica, certamente dovuta anche a questa corruzione; la questione dei profughi che ogni giorno arrivano in Grecia sia dalla frontiera con la Turchia, sia dal Mare Egeo, dove ci sono centinaia di isole; e un altro problema è la droga: infatti, la Grecia è la porta sudorientale dell’Europa unita e dell’Europa in generale, quindi qui c’è il traffico di droga e inoltre c’è il traffico di esseri umani.

D. – E con tutti questi problemi, la Grecia come potrà essere leader tra i Paesi d’Europa nel prossimo semestre?

R. – Speriamo che ci sarà un aiuto anche da parte degli altri Paesi: abbiamo problemi comuni a quelli dell’Italia, per esempio. Il fenomeno di Lampedusa qui è un fenomeno quotidiano in diverse isole: speriamo che ci sia solidarietà da parte degli altri Stati europei, specialmente da parte degli Stati del Sud europeo.

D. – La Chiesa come si adopera per quanto riguarda questo problema dei profughi?

R. – La Chiesa cattolica in Grecia è una minoranza esigua, rappresentiamo lo 0,5 per cento. Però, tutti corrono verso la Chiesa cattolica. Abbiamo tre centri per i profughi qui ad Atene: due case della comunità di Madre Teresa, in una di queste case ogni giorni si distribuisce cibo a circa 250 persone; nell’altra, che è più piccola, alloggiano una trentina di madri con i loro figli. Poi c’è la Caritas Atene che dà ogni giorno cibo a circa 250 persone. Però, devo dire che anche la Chiesa ortodossa svolge un’opera molto forte a favore dei profughi, e non solo dei profughi: adesso ci sono molti greci che vanno lì a prendere un piatto di cibo, perché la povertà è molto diffusa, specialmente nelle grandi città. La gente si trova come nel dopoguerra: non c’è lavoro, non c’è cibo, non c’è denaro …

D. – L’ex primo ministro socialista greco, Simitis, pare abbia affermato che il Paese rischia di uscire dall’eurozona, cioè che questo rischio esiste ancora …

R. – Non penso. L’uscita della Grecia dall’Unione Europea e dall’euro procurerebbe una sorta di effetto-domino per cui altri Paesi si vedrebbero in pericolo. E’ vero, non si sa mai, perché qui ci sono interessi internazionali, la guerra tra dollaro ed euro, e diversi altri fattori che possono influenzare una tale decisione, ma non penso che l’Unione Europea lascerà la Grecia fuori dall’euro.

D. – Quanto la popolazione greca ha consapevolezza di questo inizio di semestre europeo?

R. – Penso che una buona parte della popolazione non si interessi, perché ha altri problemi, più preoccupanti. La gente, qui, cerca ogni giorni di trovare un po’ di cibo, di riuscire ad affrontare le spese … E poi, in questo periodo, le tasse sono altissime e si prevede un ulteriore aumento per il 2014: questo ha una ripercussione anche sulla nostra Chiesa, perché come Chiesa cattolica non riceviamo nulla dallo Stato e le tasse ormai superano il 50 per cento delle risorse!

D. – Il turismo per la Grecia è sempre stato una fonte di prosperità …

R. – Sì, e lo è, e speriamo che quest’anno il numero dei turisti aumenti: è la sola industria della Grecia …

Ultimo aggiornamento: 9 gennaio







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