Bangladesh: dopo le elezioni cristiani e indù vivono nella paura
Le minoranze religiose del Bangladesh hanno vissuto con paura le elezioni generali
del 5 gennaio scorso, che hanno visto vincere con ampio margine il Partito dell'Awami
League già al governo. Il risultato era scontato, dato che le opposizioni e il Bangladesh
National Party avevano annunciato di voler boicottare le urne. Al voto ha partecipato
circa il 20% della popolazione, contro il 70% delle parlamentari del 2008. Negli
ultimi giorni, almeno 25 persone sono morte durante gli scontri fra sostenitori di
diverse posizioni. Le minoranze, soprattutto cristiani e indù, sono state costrette
a non esercitare il proprio diritto di voto a causa delle minacce degli integralisti.
Samor Gomas, cattolico del distretto di Natore, spiega: "Non ci hanno permesso di
fare nulla, ci hanno minacciato di morte in caso di voto". La polizia è rimasta a
guardare: un indù di Jessore dice di aver chiamato degli agenti per garantire la loro
sicurezza, ma "nessuno è venuto a darci una mano". A Sindurmoti, dove vive una comunità
composta da 4mila persone di cui il 90% di fede induista, non ha votato nessuno. I
leader politici non sembrano in grado di trovare a breve termine una soluzione alla
situazione. Il premier Sheikh Hasina ha dichiarato che "le elezioni sono state corrette
e noi abbiamo vinto. Se il Bnp sceglie il dialogo potremo discutere, ma prima devono
finire le violenze". Da parte sua, l'opposizione sceglie la linea dura: "Continuiamo
a tutti i costi il movimento contro il governo - dice il vice presidente del Bnp Rahman
- unendo il popolo e discutendo, rafforzando la base del Partito e entrando in azione".
(R.P.)