Angelus. Il Papa: Dio chiama tutti, anche chi non lo cerca, a far parte del suo popolo
All’Angelus in Piazza San Pietro, davanti a circa 70-80 mila persone, Papa Francesco
è tornato sull’Epifania, definendola una solennità che mette in risalto l’apertura
universale della salvezza, portata da Gesù e che mostra un duplice movimento di Dio
verso il mondo e dell’umanità intera verso Dio. Al termine, i saluti ai fedeli delle
Chiese Orientali, che oggi celebrano il Santo Natale, e il ricordo della Giornata
Missionaria dei Bambini. Il servizio di Cecilia Seppia:
Cristo che
si manifesta alle genti e la salvezza da lui portata che si fa tangibile, prossima
all’umanità intera. Questa è l’Epifania, insiste Papa Francesco, episodio del Vangelo
- osserva - magnificamente descritto dal Papa emerito Benedetto XVI nel suo libro
sull’Infanzia di Gesù e festa caratterizzata da un duplice movimento, sintesi della
reciproca attrazione tra l’uomo e Dio:
“In effetti, questa festa ci fa vedere
un duplice movimento: da una parte il movimento di Dio verso il mondo, verso l’umanità
- tutta la storia della salvezza, che culmina in Gesù -; e dall’altra parte il movimento
degli uomini verso Dio - pensiamo alle religioni, alla ricerca della verità, al cammino
dei popoli verso la pace, la pace interiore, la giustizia, la libertà -. E questo
duplice movimento è mosso da una reciproca attrazione”.
L’attrazione
del Padre verso di noi, spiega il Papa, è l’amore che lui ha per ciascuno dei suoi
figli e attraverso il quale vuole liberarci dal male, dalle malattie, da ogni forma
di morte. Anche da parte nostra, prosegue il Pontefice, c’è amore e desiderio per
tutto ciò che è bene, verità, vita, bellezza. Un amore reciproco dunque, di cui Gesù
è anello di congiunzione, ma – dice Francesco – è sempre Dio che ci invita, sempre
lui che ci precede:
“Ma chi prende l’iniziativa? Sempre Dio, eh? L’amore
di Dio viene sempre prima del nostro! Lui sempre prende l’iniziativa. Lui ci aspetta,
Lui ci invita, ma l’iniziativa è sempre di Lui”.
Da qui, l’invito – anche
rivolto ai lontani – a mettersi in cammino seguendo la luce come hanno fatto i Magi:
“La
Chiesasta tutta dentro questo movimento di Dio verso il mondo: la sua gioia
è il Vangelo, è riflettere la luce di Cristo. La Chiesa è il popolo di coloro, che
hanno sperimentato questa attrazione e la portano dentro, nel cuore nella vita. Mi
piacerebbe – sinceramente, eh – mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani
da Dio e dalla Chiesa – dirlo rispettosamente – dire a quelli che sono timorosi e
indifferenti: il Signore chiama anche te, chiama ad essere parte del suo popolo e
lo fa con grande rispetto e amore! Il Signore ti chiama. Il Signore ti cerca. Il Signore
ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti cerca, ti
spetta, a te, che in questo momento non credi o sei lontano. E questo è l’amore di
Dio".
La preghiera di Papa Francesco è quindi per la Chiesa tutta perché
riscopra la gioia di evangelizzare e comunicare la carità di Dio a tutti i popoli.
E l’invocazione a Maria perché ci aiuti ad essere tutti discepoli missionari, "piccole
stelle che riflettono la sua luce". Al termine dell’Angelus i saluti e gli auguri
a tutti i fedeli delle Chiese Orientali che domani celebreranno il Natale.
“Rivolgo
i miei cordiali auguri ai fratelli e alle sorelle delle Chiese Orientali che domani
celebreranno il Santo Natale. La pace che Dio ha donato all’umanità con la nascita
di Gesù, Verbo incarnato, rafforzi in tutti la fede, la speranza e la carità, e dia
conforto alle comunità cristiane, alle Chiese che sono nella prova”.
Infine
il pensiero per l’odierna Giornata missionaria dei bambini proposta dalla Pontificia
Opera della Santa Infanzia e il grazie a tutti quei ragazzi che collaborano alla missione
della Chiesa e che si fanno protagonisti di gesti di solidarietà e fraternità verso
i coetanei.
A tutti auguro una buona festa dell’Epifania e buon pranzo.
Arrivederci!