Medio Oriente. Speranze di pace: Kerry incontra Netanyahu e Abu Mazen
Prosegue la missione del Segretario di Stato americano Kerry in Medio Oriente. Ieri
l’incontro con il premier israeliano Netanyahu ed il presidente palestinese Abu Mazen.
I colloqui a Gerusalemme con Netanyahu sono durati sei ore. Nessun comunicato è stato
diffuso sul contenuto della conversazione, a cui hanno partecipato anche i ministri
Moshe Yaalon e Tzipi Livni, ma il segretario di Stato americano si è detto fiducioso
sulla possibilita' di un accordo di pace fra israeliani e palestinesi, anche se ha
ammesso che sarà "molto, molto difficile". Graziano Motta:
Per
due volte ieri a Gerusalemme John Kerry ha visto il presidente del Consiglio israeliano,
Benjamin Netanyahu. Il colloquio, durante il pranzo, è durato più di cinque ore. Nel
pomeriggio, recandosi a Ramallah, per incontrare il presidente palestinese, Abu Mazen,
è stato accolto per strada da una manifestazione di protesta. Non vi sono state dichiarazioni
ufficiali sul contenuto dei colloqui e ben poco si sa del progetto di accordo quadro
americano, presentato alle parti, lontano in partenza dal fare unanimità. Prevede
un percorso a tappe, con relative scadenze da qui ad aprile, sulle principali tematiche:
le frontiere del futuro Stato palestinese, la sicurezza dello Stato israeliano, lo
status di Gerusalemme. Kerry si è riservato altre due giornate, determinato ad avvicinare
punti di vista molto distanti. So bene - ha affermato - dello scetticismo sulla capacità
dei due campi di fare la pace, ma voglio dire che conosco personalmente il potere
della riconciliazione. Una convinzione che gli fa onore. Parole di speranza e di fiducia,
di fronte a quelle di Netanyahu: “So del mio impegno in questa trattativa, sfortunatamente
però le dichiarazioni dei leader palestinesi fanno crescere il mio dubbio sul loro
impegno”, ha detto riferendosi alla posizione esplicitata da un esponente dell’Olp,
secondo cui il progetto di Kerry limita pesantemente la sovranità dei palestinesi
sulla loro terra. Intanto, stanno peggiorando all’ospedale Tel Ashomer le condizioni
di Ariel Sharon, il leader nazionalista israeliano che, in coma da otto anni, era
stato sottoposto il mese scorso ad un intervento chirurgico. Lo stato di deterioramento
generale sembra irreversibile.