Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella seconda Domenica dopo Natale, la liturgia ci propone il celebre prologo del
Vangelo di Giovanni:
“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo
a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che
viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio
Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
In questa Domenica
la Chiesa ci presenta una sintesi di tutto quello che abbiamo celebrato, ricevuto
e vissuto durante il tempo di Natale: il dono che Dio ci ha fatto della sua Sapienza,
il suo Figlio Gesù Cristo, che è venuto a mettere la sua tenda tra di noi, per farci
il dono della “divinizzazione”, per farci diventare come Dio, “familiari” (= della
famiglia) di Dio (cf Ef 2,19). Il Verbo, la Parola di Dio, è il “divinizzatore” di
quanti lo accolgono, perché dona loro lo Spirito Santo, tutta la Grazia di Dio. Davanti
a questa “manifestazione di Dio” (epifania), davanti a questo dono di Dio noi restiamo
liberi. Davvero possiamo accoglierlo e ci si spalanca davanti il cielo, la vita eterna,
oppure rifiutarlo e restare con i nostri piccoli o grandi sogni e progetti, frustrati
tutti dalla morte che ci attende. La libertà, essere liberi, è il vero principio divino
dentro di noi, ma deve essere intesa bene: non solo come capacità di scegliere tra
bene e male, ma come capacità di amare, di donarsi agli altri, come Dio si dona a
noi e dona tutto a noi: Cristo sulla Croce. Ecco l’uomo libero, perché interamente
donato. Come osserva bene il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Quanto più si fa
il bene, tanto più si diventa liberi. Non c’è vera libertà se non al servizio del
bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della
libertà e conduce alla schiavitù del peccato” (n. 1733). Possiamo chiederci: Ma io
sono cosciente di “essere stato fatto figlio di Dio”, di avere la natura di Dio? Chi
vive con me percepisce che io sono “figlio di Dio”?