2014-01-04 08:08:49

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella seconda Domenica dopo Natale, la liturgia ci propone il celebre prologo del Vangelo di Giovanni:

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3

In questa Domenica la Chiesa ci presenta una sintesi di tutto quello che abbiamo celebrato, ricevuto e vissuto durante il tempo di Natale: il dono che Dio ci ha fatto della sua Sapienza, il suo Figlio Gesù Cristo, che è venuto a mettere la sua tenda tra di noi, per farci il dono della “divinizzazione”, per farci diventare come Dio, “familiari” (= della famiglia) di Dio (cf Ef 2,19). Il Verbo, la Parola di Dio, è il “divinizzatore” di quanti lo accolgono, perché dona loro lo Spirito Santo, tutta la Grazia di Dio. Davanti a questa “manifestazione di Dio” (epifania), davanti a questo dono di Dio noi restiamo liberi. Davvero possiamo accoglierlo e ci si spalanca davanti il cielo, la vita eterna, oppure rifiutarlo e restare con i nostri piccoli o grandi sogni e progetti, frustrati tutti dalla morte che ci attende. La libertà, essere liberi, è il vero principio divino dentro di noi, ma deve essere intesa bene: non solo come capacità di scegliere tra bene e male, ma come capacità di amare, di donarsi agli altri, come Dio si dona a noi e dona tutto a noi: Cristo sulla Croce. Ecco l’uomo libero, perché interamente donato. Come osserva bene il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Quanto più si fa il bene, tanto più si diventa liberi. Non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia. La scelta della disobbedienza e del male è un abuso della libertà e conduce alla schiavitù del peccato” (n. 1733). Possiamo chiederci: Ma io sono cosciente di “essere stato fatto figlio di Dio”, di avere la natura di Dio? Chi vive con me percepisce che io sono “figlio di Dio”?







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