Mauritania: annunciata creazione di un tribunale speciale contro il reato di schiavitù
Il governo della Mauritania ha annunciato la creazione di un tribunale speciale incaricato
di perseguire i crimini della riduzione in schiavitù, una piaga tuttora molto diffusa
nel Paese. Lo ha annunciato il presidente Mohamed Ould Abdel Aziz, secondo quanto
riportato dall’agenzia di stampa nazionale (Ani) citata dalla Misna, nel discorso
alla nazione pronunciato in occasione dell’inizio del nuovo anno. In Mauritania, tra
gli ultimi Paesi al mondo ad abolire per legge la schiavitù nel 1981, il reato di
riduzione in servitù è considerato ufficialmente un crimine dal 2012, che prevede
fino a 10 anni di carcere. Le associazioni per i diritti umani, molto attive nel tentativo
di contrastare il fenomeno, hanno lamentato finora uno scarso interesse da parte delle
autorità, che non hanno mai verificato, con indagini sul campo, la pervasività e diffusione
della schiavitù. A dicembre scorso, le Nazioni Unite hanno insignito del premio Onu
per i diritti umani l’attivista anti-schiavitù Biram Dah Abeid, presidente dell’organizzazione
‘Initiative de résurgence du mouvement abolitionniste de Mauritanie (Ira), da anni
in prima linea a favore dell’abolizione della schiavitù. Nonostante le autorità di
Nouakchott abbiano varato nel 2007 una legge che criminalizza la schiavitù, le stime
più diffuse stabiliscono in 50.000 il numero di uomini, donne e bambini che vivono
tutt’ora in stato di sottomissione forzata. Mentre gli schiavisti denunciati ottengono
importanti sconti di pena e le forze dell’ordine spesso ostacolano l’abolizione effettiva,
gli attivisti che denunciano il perdurare della pratica vengono invece criminalizzati.