2014-01-01 15:34:30

Iniziative di pace della Comunità di Sant'Egidio a Roma e nel mondo


All’Angelus di ieri mattina in Piazza San Pietro sono affluite anche le migliaia di partecipanti alla tradizionale Marcia per la Pace, organizzata per il primo dell’anno dalla Comunità di Sant’Egidio, in coincidenza con la Giornata Mondiale per la Pace. La Marcia, simbolica, ha percorso Via della Conciliazione e, con l’ascolto di alcune testimonianze, è poi sfociata nel Colonnato del Bernini, in attesa di Papa Francesco. Federico Piana ne ha parlato con uno degli organizzatori di Sant’Egidio, Alberto Quattrucci:RealAudioMP3

R. – Questa marcia della pace è una tradizione: una bella tradizione che noi viviamo da 12 anni. Sono 12 anni, quindi, che Sant’Egidio lancia marce, manifestazioni, momenti di riflessione, di preghiera, conferenze… insomma, iniziative un po’ in tutto il mondo, dove siamo presenti e dove abbiamo amici che collaborano con noi, per sottolineare che l’anno inizia con il passo della pace: un gesto della pace è l’augurio migliore che si possa fare.

D. – Che cos’è per Sant’Egidio la pace?

R. – La dimensione più bella della vita è quella di lavorare per la pace, cioè di lavorare verso l’altro, nell’armonia, nell’incontro, nel dialogo per costruire un mondo vero, giusto per tutti, dove ci sia spazio innanzitutto per i più poveri, per i più deboli, per i più emarginati. Sant’Egidio nasce nel 1968 e tra l’altro è proprio l’anno in cui Paolo VI per la prima volta indice la Giornata mondiale per la pace: erano i tempi della guerra in Vietnam. Sant’Egidio nasce come un sogno di pace, perché è il sogno del Vangelo, e Papa Francesco ce lo dice in maniera molto chiara. Quest’anno, tra l’altro, sottolinea il tema della fraternità che è un tema che a noi di Sant’Egidio sta a cuore fin dalle origini. Non c’è frattura tra l’amore per i poveri e l’amore per la pace: e l’amore per i poveri vuol dire che ci ha portati lontani, anche in Paesi dove c’è la guerra, dove grazie al Cielo siamo riusciti a costruire la pace.

D. – Tant’è vero che in questo messaggio, il Papa dice proprio come la fraternità sia l’unico mezzo per riuscire ad avere la pace e combattere la povertà …

R. – Direi di sì. La fraternità è il mezzo più efficace e il mezzo più umano: il mezzo che possono usare i cristiani, i credenti di ogni religione, ma anche ogni uomo, ogni donna di buona volontà. Ma la fraternità è anche un grande muro di impedimento alla violenza: infatti, guardare in faccia l’altro impedisce di vedere nell’altro il nemico e in qualche modo fa sempre riscoprire nell’altro magari una briciola di ‘fratello’. A questa fraternità riscoperta giorno dopo giorno – perché non si scopre una volta per tutte – e quindi fatta di dialogo, di incontro umano, di sincerità è grande ponte di pace perché unisce, perché lega. Fraternità ha anche come via di dialogo, come superamento di ogni pregiudizio, di ogni preconcetto nei confronti dell’altro e quindi come via della pace: lo abbiamo sperimentato in oltre 15 Paesi del mondo, negli ultimi 20 anni, perché attraverso questo dialogo sincero siamo riusciti anche ad arrivare alle pacificazioni nei luoghi di conflitto.

Ultimo aggiornamento: 2 gennaio







All the contents on this site are copyrighted ©.