2013-12-30 15:00:36

Insulti e "auguri di morte" su Fb alla ragazza malata che difende la sperimentazione animale


Oltre 30 auguri di morte e più di 500 offese su Facebook. A riceverle è stata Caterina Simonsen, 25 anni, studentessa di veterinaria, gravemente malata e costretta per 20 ore al giorno a restare attaccata a un respiratore. A scatenare la pioggia di insulti è stato un post nel quale la ragazza difende la ricerca e la sperimentazione animale, “senza la quale – scrive – “sarei morta a nove anni”. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

Uno sguardo vivace, alla bocca un respiratore, tra le mani un messaggio: “Io, Caterina, ho 25 anni grazie alla vera ricerca che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a nove anni. Mi avete regalato un futuro”. La foto della giovane, aspirante veterinaria, di Padova, colpita da quattro malattie rare, ha scatenato una pioggia di insulti su Facebook, come questo: “Se crepavi a nove anni non fregava nulla a nessuno”, meno “bestie schifose” e “più animali su questo pianeta”. Solidarietà alla ragazza da “Scienza e Vita” nelle parole del copresidente, Domenico Coviello:

“Caterina è stata molto coraggiosa e quindi 'Scienza e Vita' ha voluto supportare il fatto che anche i pazienti si rendono conto delle evidenze scientifiche e quindi sono partecipi del percorso della ricerca”.

In risposta agli insulti sul web, Caterina Simonsen pubblica un video: seduta su letto, circondata da farmaci e medicinali, racconta la sua giornata, attaccata dalle 16 alle 22 ore ad un respiratore:

“Il mio obiettivo è laurearmi per salvare gli animali, però vi devo dire che ancora a oggi la sperimentazione animale in Italia è necessaria e obbligata”.

Quindi, lancia un appello agli animalisti: sia combattuto l’utilizzo degli animali dove non è fondamentale per l’esistenza umana: la caccia, i macelli, gli allevamenti di pellicce. “Anziché ostacolare il lavoro dei ricercatori – sono le sue parole – potreste raccogliere soldi per cercare un ‘metodo alternativo’ agli esperimenti su animali”. Ancora Domenico Coviello:

“Come ha detto Caterina, il giusto modo di interazione tra ricercatori e persone che, giustamente, hanno cura degli animali è proprio quello del dialogo. Il dialogo è l’unico modo per migliorare le conoscenze da tutte e due le parti. Quindi, una volta migliorata la conoscenza delle problematiche, si potranno trovare insieme le soluzioni più appropriate. Invece, il contrasto e l’odio, come è stato dimostrato dai messaggi su Facebook, sicuramente non sono utili né all’uno né all’altro”.

Ma oggi non si può fare a meno della sperimentazione animale?

“Purtroppo, non è ancora del tutto possibile non utilizzare l’animale prima di dichiarare un farmaco sicuro. Questo perché gli esperimenti che vengono fatti in un primo momento su colture cellulari e su cellule singole, vanno verificate su un organo intero e sull’organismo vivente intero. E prima di passare all’uomo, attualmente è più sicuro fare un passaggio nell’animale. Questo non vuol dire che tutti i ricercatori non debbano adoperarsi per attuare tutte le precauzioni perché l’animale non soffra, come viene dichiarato dalle direttive europee”.







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