L'impegno dell'associazione Afmal del Fatebenefratelli per le Filippine colpite dal
tifone
Aiuti medici e accoglienza alle famiglie e ai loro bambini, vittime del tifone nelle
Filippine. E’ quanto sta facendo l’Afmal, l’associazione umanitaria del Fatebenefratelli
per i malati lontani, che è presente a Manila e sull'isola di Cebu. Maria Cristina
Montagnaro ha chiesto a padre Gerardo D’Auria, vicepresidente Afmal, come
stanno operando per aiutare la popolazione colpita dal tifone:
R. - Ci siamo
mossi subito e da qui abbiamo inviato immediatamente farmaci, medicinali e anche attrezzature
sanitarie per eventuali interventi in loco. Presto partirà - il prossimo 9 gennaio
- una nuova missione con i medici dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma,
che avrà come meta l’isola di Palawan, una delle isole che è stata maggiormente distrutta
dal tifone. Lì saremo presenti con questa équipe di medici ed effettueremo interventi
e visite. Inoltre in questo momento a Manila stiamo accogliendo degli sfollati dell’isola
di Palawan - sono circa una cinquantina di famiglie - nel nostro poliambulatorio di
Manila e poi in un centro per disabili, dove abbiamo disponibilità di posti. Queste
famiglie vengono quindi ospitate dai nostri confratelli giù nelle Filippine.
D.
- Qual è la situazione che avete trovato?
R. - La situazione è abbastanza grave.
Una situazione cui hanno fatto fronte tutti le ong mondiali, muovendosi in tempo e
portando supporti e aiuti per non far insorgere nuove malattie, perché ovviamente
in questi casi possono nascere delle epidemie, aumentando quindi la mortalità rispetto
alle vittime provocate già dal tifone.
D. - Di che cosa hanno bisogno queste
popolazioni?
R. - In questo momento hanno bisogno di pensare alla propria salute,
nel senso di ricuperare quelli che sono stati i danni del tifone a livello sì strutturale,
ma anche a livello fisico e mentale della popolazione.
D. - Recentemente avete
operato una bambina a Villa San Pietro …
R. - Sì. Durante l’anno facciamo
vari interventi qui all’Ospedale San Pietro, insieme ad Emergenza Sorrisi, un’altra
ong con cui collaboriamo moltissimo. Si è trattato di un ennesimo caso per questo
tipo di intervento. Il tutto sempre in accordo con le ambasciate, i consolati, per
poter portare i piccoli qui in Italia per essere sottoposti a questi interventi e
poi rimandarli a casa nel loro Paese: ciò nasce dagli accordi tra Nazioni.
D.
- Voi finanziate questi progetti?
R. - Noi finanziamo questi progetti e sono
finanziati completamente a livello privato. Nella maggior parte dei casi sono tutti
benefettori.