Napoli, nasce la prima birra artigianale prodotta da persone con disagio psichico
Nasce a Napoli la prima birra artigianale prodotta da persone con disagio psichico.
Il progetto pilota è stato realizzato dal gruppo del centro diurno riabilitativo-psicosociale
“Lavori in corso”, che opera nel rione Sanità della città partenopea. La birra si
chiama "Antesaecula" e prende il nome dalla strada che ospita il centro. Marina
Rossano, responsabile del centro "Lavori in corso" spiega come è nata l’idea,
al microfono di Maria Cristina Montagnaro:
R. - Questo
progetto è nato, più che altro, dall’idea di combattere il pregiudizio: vuole contrastare
il pregiudizio dello stigma secondo il quale le persone che hanno problemi di disagio
psichico non possono fare determinate cose, come ad esempio, la produzione di una
birra. Inoltre, è nato perché l’idea della birra è un’idea che nasce ovviamente dal
grano e quindi è un elemento di vita; è una proposta di trasformazione, perché noi
abbiamo scelto un grano che è in via di estinzione. Quindi, è una posposta di trasformazione
da un qualcosa che sta per scomparire, ad una vitalità, una metafora della trasformazione
di quello che è uno stato psicologico; da una condizione di estremo disagio ad un
riappropriarsi della dignità umana e della vita.
D. - Per quanto tempo hanno
lavorato queste persone?
R. - Per nove mesi, giusto il tempo della gestazione
di una birra che è stata resa possibile e realizzata dalla cooperativa sociale "Era"
e dal gruppo "Gesco" in collaborazione con il birrificio artigianale "Karma",
il quale ha messo a disposizione la propria struttura e le competenze necessarie per
la formazione degli addetti alla produzione. Quindi, il nostro è partito come percorso
riabilitativo, ma si è sviluppato ovviamente all’esterno della nostra struttura in
un birrificio a norma.
D. - Come è cambiata la vita di queste persone che hanno
partecipato al progetto?
R. - È cambiata radicalmente perché - come dicevano
alcuni dei nostri pazienti - si definiscono cittadini ma fino ad un certo punto. Nella
realizzazione di questo progetto loro si sono sentiti cittadini fino in fondo, e quindi
hanno riconquistato una dignità. Oltre il piacere e ovviamente l’entusiasmo di fare
questa esperienza, che ha dato molto sul piano delle emozioni, questa esperienza è
stata fondante per il discorso della propria cittadinanza attiva.
D. - Dove
si può acquistare la birra artigianale?
R. - Abbiamo quattro punti vendita.
Per ora tutto a Napoli. Poi, se il progetto va avanti, saranno altri a doversene occupare,
perché noi siamo un’equipe che lavora relativamente al percorso riabilitativo.
D.
- Com’è la situazione in quartieri a rischio come quello del Rione Sanità dove voi
vi trovate ad operare?
R. - È un quartiere che ha due volti: un quartiere che
ovviamente la cronaca conosce bene, ma allo stesso tempo è un quartiere di grandissima
generosità. Pensi che questo progetto è stato realizzato grazie all’aiuto economico
di un’associazione di quartiere "Vivi quartiere" che opera nel Rione Sanità.