2013-12-28 15:49:49

Indonesia: dopo anni, ancora senza chiesa una comunità cristiana del West Java


Un rifugio temporaneo invece della chiesa, sotto sequestro da anni: qui hanno celebrato le festività natalizie i fedeli indonesiani della Yasmin Church, comunità cristiana protestante di Bogor, nel West Java, senza perdere la speranza che - un giorno – il luogo di culto possa essere riaperto. Come riporta Asia News, due anni fa le autorità del distretto hanno requisito l’edificio, usato da tempo dalla comunità per le funzioni del fine settimana e delle feste principali. Il sequestro era stato motivato col pretesto di presunte irregolarità nei permessi di costruzione, ma si inserisce nel quadro delle pressioni esercitate da una frangia estremista islamica locale, che non intende concedere pari diritti e libertà di culto alla piccola ma consistente minoranza religiosa. Nel 2006 le autorità distrettuali avevano concesso tutti i permessi di costruzione previsti dalla legge, per poi revocarli: le pressioni in questo senso si sono dimostrate più forti anche di due sentenze della Corte suprema indonesiana, che ha dato ragione ai fedeli della Yasmin Church ordinando il dissequestro della struttura e la riapertura al culto. Tuttavia, le autorità locali non hanno ancora dato corso al verdetto dei giudici. Mentre l’ingresso nella chiesa resta impossibile, racconta Dori Susanto, 60enne componente della comunità "ormai da diverso tempo siamo costretti a nasconderci", vagando "da un luogo all'altro". La donna aggiunge che "continueremo a farlo" sino a che non verrà restituito il "nostro luogo di culto legittimo". La comunità protestante ha celebrato le funzioni natalizie dei giorni scorsi in un riparo di fortuna, provvisto di tetto ma senza mura perimetrali, circondati da almeno 300 uomini fra polizia e membri della sicurezza. Poco lontano, islamisti e membri di gruppi radicali osservavano la scena. Tuttavia, i fedeli non si sono lasciati intimorire e hanno voluto partecipare numerosi agli incontri. "Stiamo facendo la cosa giusta – hanno affermato alcuni di loro - e non siamo affatto impauriti". Una posizione confermata dal leader e portavoce Bona Sigalingging, secondo cui i membri sono decisi e risoluti a continuare all'aperto e in luoghi di emergenza le celebrazioni, finché non verrà restituito loro il luogo di culto. “Le attività religiose sotterranee - aggiunge - sono un chiaro segnale per il governo”, ricordando che “in una nazione considerata democratica” non può vigere ancora “la pratica discriminatoria di sigillare i luoghi di culto". Alle celebrazioni natalizie della Yasmin Church ha partecipato anche un leader islamico di primo piano della zona, il quale ha sottolineato che è dovere dei musulmani "mantenere legami con gli altri", minoranze religiose comprese. (D.M.)







All the contents on this site are copyrighted ©.