Comunità di Taizé: a Strasburgo la gioia e la preghiera dei giovani europei
Migliaia di giovani di tutta l’Europa sono arrivati a Strasburgo, in Francia, per
il 36.mo Incontro della Comunità di Taizé, che si conclude domani 1° gennaio. I ragazzi,
accolti dalle famiglie, vivono in questi giorni momenti di preghiera e riflessione.
Tanti anche i messaggi inviati per l’occasione. Oltre a quello di Papa Francesco,
è arrivato, fra gli altri, quello di Hilarion, Metropolita di Volokolamsk, che porta
il saluto del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. Nel messaggio si ricorda
che l’unificazione dell’umanità sulla base di interessi puramente economici è irrealizzabile
ma che ciò che è impossibile all’uomo è possibile a Dio. Cristo infatti trasforma
coloro che lo amano in “uomini nuovi”. Anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby,
ha rivolto un messaggio nel quale invita a chiedere a Cristo tutti i giorni di vivere
la Sua vita in noi in modo che tutti possano vedere che la cosa migliore che possiamo
fare è quella di incontrare Gesù Cristo. Quello di quest’anno non è il primo incontro
a cui partecipa Laura Carzaniga, 35 anni, che opera come volontaria nell’organizzazione.
Debora Donnini le ha chiesto quale clima si respiri in questo momento a Strasburgo:
R. - C’è un
clima bellissimo! Oggi dall’Italia sono arrivati 1.300 giovani, ma da tutta l’Europa
stanno arrivando altre 23 mila persone. Noi siamo qui da due giorni, perché stiamo
collaborando come volontari nell’organizzazione e abbiamo già assaporato questo bellissimo
clima di accoglienza. Siamo ospitati in un paesino fuori Strasburgo e viviamo da una
vedova veramente gentilissima, che ospita quattro ragazzi. Abbiamo già partecipato
a diverse preghiere con i frères. Sono state preghiere molto raccolte, molto belle.
D.
- Questi incontri a cui hai partecipato negli anni passati, cosa ti hanno dato?
R.
- Mi hanno lasciato tantissime cose. Innanzitutto, c’è uno scambio che va al di là:
a parte l’esperienza personale - quindi la preghiera, la fede - c’è soprattutto questo
scambio con le persone degli altri Paesi. Inoltre, siamo in una cittadina dove ci
sono due chiese, una cattolica e una protestante. Siamo ospitati nella parte cattolica,
ma per domenica hanno già organizzato un pranzo tutti insieme con la chiesa protestante
per vivere questa convisione.
D. - Il Papa nel messaggio che vi ha indirizzato
dice che l’Europa ha bisogno del vostro impegno, del vostro coraggio, della vostra
fede. Secondo lei, i giovani che stanno arrivando e che sono arrivati a Strasburgo
come vivono questo momento?
R. - I giovani sono arrivati pieni di entusiasmo
e secondo me - anche da quello che ho visto qui in accoglienza - pieni di voglia di
mettersi al servizio per aiutare i tanti giovani che sono arrivati qui per la prima
volta a fare questa esperienza.
D. - Di che età sono i ragazzi?
R. -
Mediamente vanno addirittura dai 16 anni fino ai 30 - 35 quelli più grandi, che fanno
appunto i responsabili. La maggior parte ha circa 20 anni.
D. – Nel messaggio
per voi il Papa sottolinea anche che la missione che vi siete prefissati per tutto
il 2014 è quella di cercare la comunione visibile tra tutti coloro che amano Cristo.
Questo risuona in modo molto forte negli incontri dei giovani organizzati dalla Comunità
di Taizé…
R. - Sì, perché qui si respira proprio questa voglia di ricercare
la figura di Cristo. Anche ieri frère Alois, nella sua riflessione a noi volontari,
ha detto di pregare per questo incontro affinché si cerchi la fede e affinché lo Spirito
Santo ci aiuti nella ricerca di questa fede.
Tra i giovani italiani presenti
a Strasburgo anche Francesca Brazzale, 28 anni, che da 6 anni partecipa a questi
incontri organizzati dalla Comunità di Taizé. Debora Donnini le ha chiesto
cosa le hanno lasciato questi momenti:
R. - Mi hanno
lasciato una grandissima esperienza di incontro con persone diverse, di diversi Paesi,
con le famiglie che mi hanno accolto in questi anni. Poi, mi hanno lasciato una grande
ricchezza personale perché i momenti di preghiera e silenzio ti danno la possibilità
di prenderti dello spazio per te stessa e riflettere sulla tua vita.
D. – Ci
sono momenti anche di comunione tra i ragazzi, di condivisione e ci sono anche momenti
di preghiera. In che senso ti hanno aiutato per la tua vita?
R. – Nei momenti
di condivisione, ho potuto confrontarmi con miei coetanei che vengono da ogni parte
d’Europa. Viviamo uno stile di preghiera che ho potuto imparare, che è comunque uno
stile di preghiera molto riflessivo, che lascia momenti per te stesso, di silenzio,
in cui si può meditare sui canti e sulle letture bibliche che vengono proposte, sui
Salmi. Quindi, riflettere anche sulla propria vita alla luce della Parola di Dio.
D. – Papa Francesco nel messaggio che ha rivolto ai partecipanti a questo
incontro della Comunità di Taizè auspica che, attraverso la vostra testimonianza,
lo spirito di pace e riconciliazione del Vangelo possa diffondersi. Questo ha visto
che si è realizzato anche dagli incontri precedenti?
R. – Secondo me sì, perché
in questi incontri si vedono 30 mila persone di nazionalità diverse, che magari fanno
anche fatica a capirsi dal punto di vista linguistico, ma che lavorano insieme. Anche
quando ci sono criticità, difficoltà nessuno è mai arrabbiato o urla agli altri e
si riesce a condividere tutta la vita quotidiana senza ostacoli. La Comunità di Taizè
chiede sempre di portare a casa questo spirito che si vive. Secondo me, se tutti noi
potessimo portare nella nostra vita quotidiana un po’ di questo spirito - nella scuola,
nel lavoro, nello studio - si riuscirebbe a vivere in modo più pacifico anche nel
nostro piccolo, oltre che nella dimensione internazionale della pace.