Messa di Natale a Betlemme. Il patriarca Twal: Gesù ci annuncia che la pace è possibile
“Da Betlemme è partito il messaggio della Salvezza; ed è a Betlemme che dobbiamo guardare,
Gesù ci dice che la pace è possibile”: è il cuore del messaggio del patriarca latino
di Gerusalemme, Fouad Twal, per la Messa di Natale a Betlemme. Emozionante la celebrazione
della notte per i cristiani locali e per i pellegrini giunti numerosi. Da Betlemme,
il servizio di Annalisa Consolo, del Franciscan Media Center:
Quando scende
la sera, la piazza della Natività cambia decisamente volto e il rumore festoso della
giornata cede il passo ad un’atmosfera più intima e raccolta. E’ la notte di Betlemme.
Nella Basilica chiusa, i francescani hanno preparato la grotta, presso la mangiatoia.
Momenti intensi anche per chi vive accanto a questo luogo da anni o per chi, prima
delle solenni celebrazioni, in questa notte speciale ha potuto sostare per qualche
attimo in silenziosa preghiera. Fuori, piano piano, la piazza si è rianimata. Tanti
i fedeli in fila per accedere alla Messa di Mezzanotte nella Basilica di Santa Caterina.
1500 i biglietti distribuiti. Ascoltiamo alcuni pellegrini:
“E’ talmente tutto
bello e emozionante, che non abbiamo parole”.
“E’ il posto di Gesù, è il posto
– speriamo – della pace, anche, perché ho visto veramente tanta sofferenza e spero
che questo sia una briciola in più verso la pace”.
“È la prima volta che mi
trovo a Betlemme nel giorno di Natale: ho cercato di far coincidere le due cose ...
E’ un momento emozionante: trovarsi nello stesso posto e nello stesso giorno nel luogo
in cui Gesù è nato è un’emozione strana, non riesco a spiegarla …”.
Il culmine
della notte di Betlemme è la Santa Messa di Mezzanotte cominciata subito dopo l’Ufficio
delle letture. Presieduta dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal, è stata
concelebrata da decine di sacerdoti. Presente anche, come consuetudine, il presidente
palestinese Abu Mazen. In una chiesa stracolma di gente, soprattutto pellegrini provenienti
da ogni parte del mondo, l’omelia del patriarca latino è stata un richiamo forte.
Ricordando
tutti i drammi dell’umanità comprese le “difficili situazioni in Egitto e Iraq, e
la tragedia siriana”, il patriarca Twal definisce una “lunga notte di conflitti, di
guerre, di distruzione, di paura, quella nella quale è immerso il mondo e il Medio
Oriente” in particolare. “O Bambino di Betlemme, siamo stanchi” – ha detto in tono
accorato. “Ma non dobbiamo mai cedere alla disperazione – ha proseguito – perché Gesù
Salvatore ci annuncia che la pace è possibile, che la fiamma della speranza rimane
viva, che la giustizia, la pace e la riconciliazione verranno. Da Betlemme è partito
il messaggio della Salvezza: ed è a Betlemme che dobbiamo guardare”, sperando ancora
nella “pace di Cristo che è universale e basata sulla giustizia”.
“La nostra
terra è santa – ha proseguito – e in quanto tale deve avere da noi una risposta di
fedeltà perché la nostra permanenza in questa terra è una vocazione divina, una benedizione,
un privilegio”. Infine, un appello per “i vescovi e le religiose della Siria che sono
stati rapiti. In questa notte, preghiamo per il loro ritorno e perché sia loro restituita
la dignità. Ricordati di loro, Signore, e di tutti i rifugiati”.
Intanto,
alla stessa ora un’altra Messa, più intima più raccolta, è stata celebrata proprio
nella Grotta presso l’altare della mangiatoia, partecipata in particolare dai fedeli
della parrocchia cattolica latina di Betlemme e presieduta da loro parroco, Nerwan
Nasser.
Verso l’una e trenta è terminata la solenne celebrazione in Santa
Caterina. Il patriarca è sceso in Grotta con il Bambinello, per porlo nel luogo in
cui avvenne la nascita del Figlio di Dio. Qui, per tutta la notte, si sono celebrerete
Sante Messe, in un ininterrotto e commosso susseguirsi di canti, di preghiera e di
commozione. Questa mattina il patriarca Tal ha celebrato la Messa pontificale di Natale
in arabo e latino, per i cristiani locali. E’ questo, il luogo del Natale.