2013-12-25 10:57:44

Autbomba vicino chiesa a Baghdad, almeno 35 morti. Il patriarca Sako: il Natale vinca il male


Un nuovo attentato a Baghdad sconvolge il Natale dei cristiani iracheni. Un’autobomba è esplosa vicino una chiesa proprio al termine di una celebrazione, uccidendo numerosi fedeli. Almeno 35 finora le vittime. Il governo, accogliendo la richiesta dal patriarcato caldeo, aveva proclamato per la prima volta il Natale festa nazionale. Una decisione che aveva molto confortato la minoranza cristiana che dal 2003 ha visto una devastante diaspora che ha ridotto da 2 milioni a 300 mila i discepoli di Cristo in questa terra. Ma il Natale – aveva sottolineato prima di questo attacco il patriarca dei caldei Mar Louis Raphael I Sako – continua ad essere un messaggio di speranza per tutti perché vince il male. Ascoltiamo le sue parole nell’intervista di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

R. – C’è la buona notizia, c’è un messaggio. Ed oggi il messaggio globale, non solo per i cristiani ma per tutti, è la pace sulla Terra. E’ una chiamata, dunque, forte perché gli uomini aprano gli occhi su un futuro migliore.

D. – S’intravede comunque una luce, una via d’uscita, finalmente la pace?

R. – C’è una presa di coscienza da parte di tanti musulmani. La popolazione musulmana è brava ed ha anche sofferto molto per le azioni dei terroristi. Il governo ha fatto un gesto molto bello: ha piantato un albero di Natale in un quartiere in parte cristiano, dove ci sono delle chiese. E’ stato un gesto simbolico molto importante.

D. – Uno dei momenti di svolta sarà quando i cristiani torneranno in Iraq e non lasceranno più il Paese…

R. – Noi dobbiamo lavorare in Iraq su questo progetto, ma anche la comunità internazionale deve aiutarci. Ma mi domando: dopo dieci anni, chi rimarrà? Questa presenza cristiana è molto importante per tutti, anche per i musulmani. Tutti devono lavorare affinché i cristiani vivano con dignità. E forse l’unico progetto che sia capace di integrare tutti è la cittadinanza e non la religione. L’Iraq è un Paese per tutti. Bisogna distinguere fra religione e politica.







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