2013-12-23 12:34:53

L'ansia negli adolescenti, una delle cause dell'abbandono scolastico: intervista con Cinzia Sarlatto


L’ansia negli studenti tra i 15 e i 18 anni - rilevano le ultime statistiche - è una delle cause dell’abbandono scolastico. Si tratta di un fenomeno che desta una preoccupazione crescente. La dott.ssa Cinzia Sarlatto, responsabile dell’Ambulatorio dei Disturbi dell’Ansia e dell’Umore in Adolescenza dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma, ha spiegato - al microfono di Elisa Sartarelli - come si manifesti l’ansia negli studenti adolescenti:RealAudioMP3

R. - Si manifesta in maniera veramente variegata: il più delle volte sono simboli somatici, tanto è vero che spesso i ragazzi arrivano a noi su segnalazione di altri specialisti medici, che hanno fatto indagini diagnostiche come gastroenterologi o dermatologi, perché il più delle volte sono sintomi quali il mal di pancia, la nausea, i giramenti di testa. Un altro sintomo che noi riscontriamo spessissimo è il mal di testa: il mal di testa è un sintomo che presentano. Invece la causa, il più delle volte, è un disagio!

D. - Un disagio di che tipo?

R. - Nell’ambito dell’adolescenza il disagio è sempre molto, molto aspecifico: il 99 per cento dei ragazzi che sono arrivati da noi avevano già manifestato difficoltà nella scuola, quindi nel seguire le lezioni in maniera costante, avevano fatto tantissime assenze…. Spessissimo i sintomi si manifestano con l’abbandono scolastico.

D. - La vicinanza della famiglia può aiutare gli adolescenti a combattere l’ansia o magari, in alcuni casi, ne è la causa?

R. - I ragazzi hanno uno spazio, però altrettanto spazio è dedicato alle famiglie, allo stabilire la genitorialità e comunque a ristabilire - laddove siano interrotte - le comunicazioni e le relazioni funzionali. La famiglia è una fonte, comunque, inesauribile di risorse!

D. - Durante le vacanze dalla scuola, come quelle natalizie, i ragazzi possono combattere l’ansia con il riposo?

R. - Sicuramente lo stress è una delle cause principali del disagio che i ragazzi manifestano, poi la chiamiamo ansia perché l’ansia è un qualcosa che ci accomuna e che - se supera la soglia di allerta - crea dei disagi incredibili, fino a dei deficit dell’attenzione e al decadimento dell’apprendimento scolastico. Quanto studiare è veramente soggettivo, nel senso che il ragazzo che vive lo studio con meno apprensione riesce a ottimizzare i tempi dello studio; chi ha queste difficoltà diluisce tantissimo i tempi dello studio, ha difficoltà mnemonica, ha difficoltà di apprendimento, momentaneamente ci sono quasi delle difficoltà cognitive. Quindi cercare, per esempio, di recuperare le lacune con una base ansiosa è pressoché impossibile! E’ ovvio che bisogna, pian pianino, arrivare a degli obiettivi che sono però coordinati insieme alla scuola.

D. - Come si può combattere l’ansia negli studenti adolescenti?

R. - Abbiamo curato un progetto con la Regione Lazio, nato per rispondere alle strategie di Europa 2020, il cui obiettivo era ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 per cento, perché nella statistica europea noi siamo 24.mi: veniamo prima soltanto della Spagna, del Portogallo e di Malta. Abbiamo svolto dei corsi all’interno di scuole superiori di Roma: 20 scuole che abbracciavano 20 municipi diversi ed erano i docenti che assistevano al corso. Sono stati forniti loro dei mezzi per poter notare tutti quei sintomi in maniera assolutamente precoce che i ragazzi mostravano all’interno della classe: i ragazzi che non riescono a socializzare sicuramente sono da segnalare. Quest’ansia può causare delle scelte di vita che non sono poi confacenti al ragazzo: a volte gli fa perdere di vista le sue reali risorse e magari cambia indirizzo scolastico o non finisce gli studi. I nostri ragazzi sono tutti rientrati a scuola!







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