L'ansia negli adolescenti, una delle cause dell'abbandono scolastico: intervista
con Cinzia Sarlatto
L’ansia negli studenti tra i 15 e i 18 anni - rilevano le ultime statistiche - è una
delle cause dell’abbandono scolastico. Si tratta di un fenomeno che desta una preoccupazione
crescente. La dott.ssa Cinzia Sarlatto, responsabile dell’Ambulatorio dei Disturbi
dell’Ansia e dell’Umore in Adolescenza dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma,
ha spiegato - al microfono di Elisa Sartarelli - come si manifesti l’ansia
negli studenti adolescenti:
R. - Si manifesta
in maniera veramente variegata: il più delle volte sono simboli somatici, tanto è
vero che spesso i ragazzi arrivano a noi su segnalazione di altri specialisti medici,
che hanno fatto indagini diagnostiche come gastroenterologi o dermatologi, perché
il più delle volte sono sintomi quali il mal di pancia, la nausea, i giramenti di
testa. Un altro sintomo che noi riscontriamo spessissimo è il mal di testa: il mal
di testa è un sintomo che presentano. Invece la causa, il più delle volte, è un disagio!
D.
- Un disagio di che tipo?
R. - Nell’ambito dell’adolescenza il disagio è sempre
molto, molto aspecifico: il 99 per cento dei ragazzi che sono arrivati da noi avevano
già manifestato difficoltà nella scuola, quindi nel seguire le lezioni in maniera
costante, avevano fatto tantissime assenze…. Spessissimo i sintomi si manifestano
con l’abbandono scolastico.
D. - La vicinanza della famiglia può aiutare gli
adolescenti a combattere l’ansia o magari, in alcuni casi, ne è la causa?
R.
- I ragazzi hanno uno spazio, però altrettanto spazio è dedicato alle famiglie, allo
stabilire la genitorialità e comunque a ristabilire - laddove siano interrotte - le
comunicazioni e le relazioni funzionali. La famiglia è una fonte, comunque, inesauribile
di risorse!
D. - Durante le vacanze dalla scuola, come quelle natalizie, i
ragazzi possono combattere l’ansia con il riposo?
R. - Sicuramente lo stress
è una delle cause principali del disagio che i ragazzi manifestano, poi la chiamiamo
ansia perché l’ansia è un qualcosa che ci accomuna e che - se supera la soglia di
allerta - crea dei disagi incredibili, fino a dei deficit dell’attenzione e al decadimento
dell’apprendimento scolastico. Quanto studiare è veramente soggettivo, nel senso che
il ragazzo che vive lo studio con meno apprensione riesce a ottimizzare i tempi dello
studio; chi ha queste difficoltà diluisce tantissimo i tempi dello studio, ha difficoltà
mnemonica, ha difficoltà di apprendimento, momentaneamente ci sono quasi delle difficoltà
cognitive. Quindi cercare, per esempio, di recuperare le lacune con una base ansiosa
è pressoché impossibile! E’ ovvio che bisogna, pian pianino, arrivare a degli obiettivi
che sono però coordinati insieme alla scuola.
D. - Come si può combattere
l’ansia negli studenti adolescenti?
R. - Abbiamo curato un progetto con la
Regione Lazio, nato per rispondere alle strategie di Europa 2020, il cui obiettivo
era ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10 per cento, perché nella
statistica europea noi siamo 24.mi: veniamo prima soltanto della Spagna, del Portogallo
e di Malta. Abbiamo svolto dei corsi all’interno di scuole superiori di Roma: 20 scuole
che abbracciavano 20 municipi diversi ed erano i docenti che assistevano al corso.
Sono stati forniti loro dei mezzi per poter notare tutti quei sintomi in maniera assolutamente
precoce che i ragazzi mostravano all’interno della classe: i ragazzi che non riescono
a socializzare sicuramente sono da segnalare. Quest’ansia può causare delle scelte
di vita che non sono poi confacenti al ragazzo: a volte gli fa perdere di vista le
sue reali risorse e magari cambia indirizzo scolastico o non finisce gli studi. I
nostri ragazzi sono tutti rientrati a scuola!