Il Papa: a Natale, facciamo posto a Gesù invece che alle spese e al rumore
A Natale, come Maria, facciamo posto a Gesù che viene. E’ l’esortazione di Papa Francesco
nella Messa di lunedì mattina a Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che il Signore
visita ogni giorno la sua Chiesa ed ha messo in guardia da un atteggiamento di chiusura
della nostra anima. Il cristiano, ha ribadito, deve sempre vivere in vigilante attesa
del Signore. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Natale è vicino.
In questi giorni che precedono la nascita del Signore, Papa Francesco ha sottolineato
che la Chiesa, come Maria, è in attesa di un parto. Anche Lei, ha osservato, “sentiva
quello che sentono tutte le donne in quel tempo”. Sente queste “percezioni interiori
nel suo corpo, nella sua anima” che il figlio sta arrivando. Maria, ha detto il Papa,
sente nel cuore che vuole guardare il volto del suo Bambino. Noi come Chiesa, ha soggiunto,
“accompagniamo la Madonna in questo cammino di attesa” e quasi “vogliamo affrettare
questa nascita" di Gesù. Il Signore viene due volte, ha detto Papa Francesco, “quella
che commemoriamo adesso, la nascita fisica” e quella in cui “verrà alla fine a chiudere
la storia”. Ma, come afferma San Bernardo, c’è anche una terza nascita:
“C’è
una terza venuta del Signore: quella di ogni giorno. Il Signore ogni giorno visita
la sua Chiesa! Visita ognuno di noi e anche la nostra anima entra in questa somiglianza:
la nostra anima assomiglia alla Chiesa, la nostra anima assomiglia a Maria. I padri
del deserto dicono che Maria, la Chiesa e l’anima nostra sono femminili e quello che
si dice di una, analogamente si può dire dell’altra. La nostra anima anche è in attesa,
in questa attesa per la venuta del Signore; un’anima aperta che chiama: 'Vieni, Signore!'”.
E
anche ad ognuno di noi, in questi giorni, ha proseguito, “lo Spirito Santo ci muove
a fare questa preghiera: Vieni! Vieni!”. Tutti i giorni dell’Avvento, ha rammentato,
“abbiamo detto nel prefazio che noi, la Chiesa, come Maria, siamo vigilanti nell’attesa”.
E la vigilanza, ha evidenziato, “è la virtù” del pellegrino. Noi tutti “siamo pellegrini!”:
“E
mi domando: siamo in attesa o siamo chiusi? Siamo vigilanti o siamo sicuri in un albergo,
lungo il cammino e non vogliamo più andare avanti? Siamo pellegrini o siamo erranti?
Per questo la Chiesa ci invita a pregare questo 'Vieni!', ad aprire la nostra anima
e che la nostra anima sia, in questi giorni, vigilante nell’attesa. Vigilare! cosa
succede in noi se viene il Signore o se non viene? Se c’è posto per il Signore o c’è
posto per feste, per fare spese, fare rumore… La nostra anima è aperta, com’è aperta
la Santa Madre Chiesa e com’era aperta la Madonna? O la nostra anima è chiusa e abbiamo
attaccato sulla porta un cartellino, molto educato, che dice: 'Si prega di non disturbare!'”.
“Il
mondo – ha avvertito il Papa – non finisce con noi, noi non siamo più importanti del
mondo: è il Signore, con la Madonna e con la Madre Chiesa!”. Ecco allora, ha detto,
“ci farà bene ripetere” l’invocazione: “O saggezza, o chiave di Davide, o Re delle
genti, vieni!”:
“E oggi ripetere tante volte 'Vieni!', e cercare che la
nostra anima non sia un’anima che dica: 'Do not disturb'. No! Che sia un’anima aperta,
che sia un’anima grande, per ricevere il Signore in questi giorni e che incominci
a sentire quello che domani nell’antifona ci dirà la Chiesa: ‘Sappiate che oggi viene
il Signore! E domani vedrete la sua gloria!’”.