Terra Santa: in restauro la Basilica della Natività a Betlemme
I visitatori che in questo periodo di festa giungeranno in Terra Santa, a Betlemme,
noteranno un aspetto diverso della Basilica della Natività, che sarà infatti per questo
Natale coperta dai ponteggi, allestiti per il restauro. I lavori, cominciati lo scorso
settembre, sono i primi da 200 anni e affronteranno le questioni più urgenti, come
il tetto e le finestre. La famosa e antichissima Chiesa della Natività, risalente
a 1.700 anni fa, e che secondo la tradizione cattolica è sorta nel luogo in cui nacque
Gesù, viene oggi considerata come uno dei Santuari più importanti del cristianesimo,
ed è una delle mete principali dei pellegrini che visitano la Terra Santa (solo l’anno
scorso ha attirato più di 2 milioni di visitatori). Nel 2012, è stata anche inserita
nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel 2011 - dopo che la “World Monuments
Fund”, un’organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti dedita alla tutela dei
siti storici, ha inserito la Chiesa nella lista dei siti a rischio - un consorzio
di esperti italiani ha eseguito un esame sull’edificio per stilare la lista delle
riparazioni più urgenti. “Le autorità locali - spiega Ziad al-Bandak Said, consigliere
per gli Affari cristiani del presidente palestinese Mahmoud Abbas - hanno finanziato
gran parte delle opere. Il governo ha messo a disposizione un milione di dollari,
mentre altri 800 mila dollari sono venuti dal settore privato. Il resto arriva da
Paesi europei come la Francia, l'Ungheria, la Russia e la Grecia, che hanno contribuito
per circa tre milioni di dollari”. Al di là del faticoso processo per preservare un
luogo sacro così delicato, il restauro deve tenere conto anche delle relazioni tra
le tre confessioni cristiane che condividono il proprio culto nell’edificio: la Chiesa
cattolica romana, la Chiesa greco-ortodossa e la Chiesa armena. Esse gestiscono la
Basilica della Natività secondo il Codice del XIX secolo, noto come “Status Quo”.
La prima fase della ristrutturazione dovrebbe durare un anno ed è stata assegnata
alla “Piacenti”, un’ azienda italiana specializzata nella ristrutturazione di siti
storici, che innanzitutto riparerà, una per una, le centinaia di travi in legno del
tetto. “Il tetto è stato magistralmente restaurato da carpentieri veneziani nel 1478
- ha detto il presidente della società, Giammarco Piacenti - e il progetto cercherà
di mantenere il maggior numero possibile di parti originali, tanto che sostituiremo
solo quelle che non sono più funzionali”. Oltre al tetto e alle finestre, gli altri
elementi che avranno bisogno di riparazioni in futuro sono la facciata esterna e gli
intonaci interni, i mosaici murali, i dipinti e le opere lignee. Se saranno assicurati
sufficienti finanziamenti, il lavoro di restauro potrebbe concludersi tra cinque
anni. Da sottolineare, comunque, che i lavori in corso non comprendono l’area che
è maggiormente meta di pellegrinaggi: la Grotta della Natività, ovvero il luogo in
cui secondo la tradizione è nato Gesù e che è segnato da una stella d’argento. (G.P.)