E' nata Mariam, la 60 millesima bimba dell'Holy Family Hospital di Betlemme
Mariam è nata pochi giorni fa all'Holy Family Hospital di Betlemme, ed è la bimba
numero 60 mila nata nell’ospedale dal 1990. Un traguardo importante per questa struttura
ospedaliera del Sovrano Militare Ordine di Malta, polo fondamentale per le nascite,
dotato dell'unica Unità di terapia intensiva neonatale nel distretto di Betlemme,
punto di riferimento per le gravidanze ad alto rischio e per i bambini prematuri nella
città di Betlemme e nei distretti vicini. L'ospedale Holy Family accoglie donne di
ogni religione e provenienza, in un territorio caratterizzato da grave povertà, da
disoccupazione e da una mortalità infatile di quattro volte superiore a quella che
si riscontra in Israele. All'Holy Family Hospital, Francesca Sabatinelli ha
incontrato il direttore sanitario, il dott. Saba Abu Farha:
R. – Here in
the Holy Family Hospital we are the referal centre… Qui, all'Holy Family Hospital,
siamo il punto di riferimento per le gravidanze a rischio. Questo significa che se
una donna è incinta ed è alla 27.ma o alla 28.ma settimana, e si trova ricoverata
all’ospedale di Beit Jala, che si trova a cento metri dal nostro ospedale, dovrà essere
trasferita qui perché loro non hanno l’Unità di terapia intensiva neonatale e non
hanno i mezzi per accudire bimbi così piccoli come i prematuri. Siamo punto di riferimento
per il Ministero della Salute e per l’Unrwa. Anche le piccole unità di maternità che
abbiamo a Betlemme trasferiscono i prematuri e le donne e con gravidanze a rischio
al nostro ospedale, affinché possano nascere qui.
D. – Sappiamo che in passato
le persone che venivano da Hebron, o da altre zone, potevano trovarsi in difficoltà
a causa dei check-point. Questo accade ancora?
R. – Now this is less
than before, but they can find some difficulties, especially… Ora accade con minore
frequenza rispetto a prima, ma sempre possono trovare difficoltà, soprattutto quando
vengono da villaggi della "zona C"’, quella controllata dagli israeliani, dove l’Autorità
palestinese non ha autorità. Quindi, le persone possono avere difficoltà a raggiungere
l’ospedale, soprattutto di notte, quando vengono istituiti i check-point. Rischiano
di essere fermate per un’ora, un’ora e mezza, e poi possono proseguire per l’ospedale.
D.
– Nell’ospedale accogliete palestinesi cristiani e musulmani. Anche lo staff è misto…
R.
– Yes, the Holy Family Hospital is a known hospital, it is a Christian hospital… Sì,
l’Holy Family è un ospedale conosciuto, è un ospedale cristiano, ma le persone che
si rivolgono all’ospedale, le donne che vengono sono accolte a prescindere dalla loro
fede, dal loro Credo e anche dalla loro nazionalità.
D. – Quali sono le difficoltà
che vi trovate ad affrontare a causa di queste differenze?
R. – I think that…
as I am from Bethlehem, as I am Christian, that we were taught… Vede, io vengo
da Betlemme e sono cristiano e a noi è stato insegnato e noi applichiamo questi insegnamenti
per cui non dovremmo, e in realtà non abbiamo, alcun tipo di discriminazione tra le
religioni, qui a Betlemme. Lavoriamo insieme, con un team che è composto da
cristiani e musulmani. Noi non abbiamo alcuna percezione di discriminazione e non
permettiamo che chi viene dal di fuori possa percepirne all’interno dell’ospedale.
A volte, ci rendiamo conto che non si accetta che sia un medico-uomo a visitare una
donna musulmana, ma questo è veramente molto raro. Le porte dell’ospedale sono sempre
aperte per chiunque voglia venire a partorire qui. Il problema maggiore che ci troviamo
ad affrontare qui, come reparto di maternità, per quanto riguarda la patologia più
frequente che ci possa capitare, si parla di nascite premature il cui tasso è un
po’ alto nella nostra popolazione, forse dovuta alla malnutrizione, forse al numero
elevato di gravidanze senza un dovuto intervallo tra l’una e l’altra, oltre a questo
ci sono molti casi di malformazioni congenite, anormalità cromosomiche che rileviamo
direi frequentemente qui, in Cisgiordania. Soprattutto le malformazioni congenite.
D.
– Cosa si può dire delle mamme? Sappiamo che sono molto giovani…
R. – Yes.
We are having mothers from different ages; the majority is between… Sì. Abbiamo
una fascia di età molto ampia, ma la maggioranza di loro hanno tra i 20 e i 35 anni,
ma ci sono ancora ragazzine che partoriscono qui, nel nostro ospedale, a 16 anni.
E’ così difficile con queste madri, perché in età molto giovane o in età più avanzata
aumentano le malattie come la preeclampsia, l’ipertensione, gli aborti spontanei.
La nostra popolazione è nota per avere un alto numero di figli per famiglia e abbiamo
spesso problemi con il parto cesareo. Non è come in Europa, in Europa si possono avere
due, tre figli, anche se con parto cesareo, e non ci sono problemi. Ma immagini se
la mamma ha sei o sette parti cesarei! E’ pericoloso e ci possono essere complicazioni
molto serie. Ecco, questi sono i problemi più gravi problemi che possiamo avere qui,
nel nostro ospedale, accanto alla preeclampsia e la pressione alta e patologie simili.