Violenze in Siria e divisioni tra gli attori della conferenza di pace di Montreaux
In Siria non si arresta la violenza mentre la diplomazia prepara la conferenza di
pace di Montreux del 22 gennaio prossimo. Ma sono ancora molti i nodi da sciogliere
Il servizio di Marina Calculli:
Resta prima
di tutto scetticismo sulla partecipazione dell’Iran, alleato d’eccellenza del regime
di Assad ma inviso all’Arabia Saudita. Quest’ultima – che nelle ultime settimane non
ha perso occasione per criticare la politica di Washington sulla Siria e sull’Iran
– sarà tra i partecipanti certi. Invece, il presidente francese François Hollande,
fautore della linea dura contro il regime di Damasco, ha ribadito: “la conferenza
sarebbe inutile se Assad restasse al potere”. Ma Lakhdar Brahimi ha avvertito che
“non si accetteranno precondizioni”. Sembra, tuttavia, che i preparativi per la conferenza,
rendano nervosi gli attori sul campo: la violenza in quest’ultima settimana ha raggiunto
nuovi picchi. L’Onu lancia l’allarme contro l’assedio del campo palestinese di Yarmuk,
vicino Damasco. Intanto sarà trasferita dalla capitale siriana a Beirut il corpo di
Abbas Khan il medico con cittadinanza britannica, trovato apparentemente impiccato
nella sua cella. Il regime l’aveva rinchiuso a novembre 2012 con l’accusa di svolgere
attività illegale nel Paese.