2013-12-21 16:08:54

La visita al Bambin Gesù. La gente: Francesco non ha bisogno di parole, bastano i suoi gesti


Una visita segnata dalle emozioni quella di Papa Francesco all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Il Pontefice infatti si è fermato con i piccoli pazienti, con le loro famiglie, ma anche con tutti coloro che ogni giorno lavorano dentro l’ospedale. Il racconto dell'inviato, Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Il vero discorso ufficiale del Papa al Bambino Gesù sta raccolto nelle parole, negli sguardi che ha scambiato con i piccoli malati. Francesco è stato in cinque reparti, ma poi si è fermato con tanti che lo attendevano lungo i corridoi, al "Castello dei giochi", lungo il vialone Pio XII dove centinaia di persone lo attendevano fin dalle 14. Saverio, con la distrofia muscolare di Duchenne, ha aperto le braccia quando ha visto il Pontefice. E ancora, alcuni genitori di fronte al Pronto soccorso:

"Ci siamo scambiati un saluto, ci ha dato una carica, un’emozione… Ci si è avvicinato, non ha bisogno di parlare… La semplicità e quei gesti umili dicono tutto."

Il Papa ha voluto intrattenersi da solo con i piccoli malati. I medici lo hanno seguito durante il percorso, non si sono intromessi nei momenti più intimi. Ma il Pontefice ha avuto parole anche per loro. Andrea Dotta, responsabile di terapia intensiva neonatale:

"Il dialogo con i genitori è stato una richiesta di preghiera. La frase che ci ha detto a noi medici è stata: 'Non state perdendo tempo, l’importante è seminare.' Non sappiamo cosa, non sappiamo quando raccoglieremo, ma stiamo seminando".

Poi, il passaggio in cappella dove ha incontrato una trentina di pazienti di oncoenatologia. Il cappellano, don Luigi Zucaro:

"Quando stava per uscire tutti hanno cercato la sua mano, un momento molto intenso".

Infine, il ritorno in Vaticano, con i piccoli del Bambin Gesù nel cuore.


Al termine della visita di Papa Francesco al Bambin Gesù, il nostro inviato, Alessandro Guarasci, ha chiesto un commento a caldo al presidente della struttura pediatrica, il prof. Giuseppe Profiti:RealAudioMP3

R. – Nel caso di Papa Francesco, possiamo immaginarlo: è stata una festa, è stato qualcosa che oltre ad essere la visita del Santo Padre, ha rappresentato un momento particolare. E’ stata una visita "alla Papa Francesco": un lungo viaggio tra il Papa e i bambini, in realtà, secondo lo stile di Papa Francesco. Tutto il resto, tutta la formalità è passata in secondo piano ed è esistito, giustamente, il rapporto tra lui e i bambini e soprattutto le loro famiglie.

D. – Quanto l’avete aspettata?

R. – Tanto, pur sapendo comunque che ciò di cui ci occupavamo, cioè i bambini, i bambini malati, la loro fragilità, sono il suo pensiero costante. E che, conseguentemente, anche noi fossimo nei suoi pensieri. Oggi, sappiamo che possiamo contare su un "prodotto" terapeutico in più: la visita del Santo Padre. E ci auguriamo che possa essere somministrato anche altre volte, nei prossimi tempi.

D. – Come, secondo lei, può essere rafforzato il ruolo del Bambin Gesù nel Lazio, in Italia, anche alla luce del necessario contenimento della spesa pubblica, anche relativa alla sanità?

R. – Si dice spesso di "fare rete": non è soltanto un concetto vuoto, un’espressione letterale. Se ci si crede, lo si fa veramente e indubbiamente si ha un impiego migliore delle risorse. Tutto questo, applicato al Bambin Gesù, in ambito regionale e in ambito nazionale, che cosa vuol dire? Vuol dire la capacità di un sistema sanitario – nel caso specifico, pediatrico – di rispondere al meglio nel luogo più proprio, dove la domanda di assistenza ha ragion d’essere. La bassa patologia può essere affrontata giustamente in ambito locale. Man mano che si sale di complessità e quindi il numero dei casi locali diminuisce, è opportuno concentrarli per far sì che sostanzialmente si abbia anche una efficacia clinica del trattamento della complessità. E quindi, centri via via più grandi: centri di riferimento regionali e centri nazionali. Se funziona in questo modo, in cui ogni punto di risposta di questa rete ha un ruolo diverso nell’affrontare la patologia, il sistema lavora in maniera ottimale: non solo dal punto di vista finanziario, ma anche nel dare nel punto giusto la risposta giusta al tipo di bisogno che c’è.

Ultimo aggiornamento: 23 dicembre







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