2013-12-20 14:40:29

Stragi e orrori in Siria. L'analista: "Ginevra 2" si profila con molte incognite


Eccidi e orrore in Siria: oltre 250 persone, tra cui decine di bambini, donne e anziani, sono stati uccisi nella zona di Aleppo, che da tre giorni sopporta gli incessanti bombardamenti aerei lealisti. La Francia considera "crimini di guerra" i raid e ha intimato al regime di Assad di farli cessare. Ed è a rischio la vita di migliaia di civili, rimasti intrappolati in condizioni drammatiche nel campo profughi palestinese di Yarmuk, alla periferia di Damasco. La denuncia arriva dal commissario generale dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Filippo Grandi. E Amnesty International denuncia da parte sua atrocità e torture compiute da mercenari di al Qaeda contro civili e attivisti. Intanto, si registra il monito di Mosca, alleato storico di Damasco, al presidente siriano. Assad non esclude una ricandidatura e il Cremlino commenta: "accresce la tensione". Del piano politico e diplomatico e della prospettiva della Conferenza Ginevra 2 fissata per il 22 gennaio prossimo, alla quale anche l’Italia è stata ufficialmente invitata, Fausta Speranza ha parlato con Daniele De Luca, docente di storia della relazioni internazionali all’Università del Salento: RealAudioMP3

R. - La ripresa delle trattative credo che confermerà al momento - ahimè - la situazione congelata che abbiamo lasciato poco tempo fa. Non so cosa ci potrebbe essere di nuovo nelle discussioni, perché dopo la forte accelerazione di qualche tempo fa, adesso invece tutto si è di nuovo congelato. C’è un problema che credo debba essere preso in considerazione ed è un vecchio problema, che si sta però riproponendo: la totale frammentazione dell’opposizione al regime di Assad. Se Assad ha un punto di forza in più, in questo momento, è quello che gioca da solo contro un’opposizione totalmente frammentata. Questo aumenta ancora di più il rischio di non poter risolvere la situazione sul terreno da un punto di vista diplomatico.

D. - Mosca lancia un monito ad Assad. Il presidente siriano parla di ricandidatura e Mosca dice che tutto ciò accresce la tensione. Significa che l’alleato storico di Damasco, in qualche modo, si sta affrancando, o no?

R. - Non credo si stia affrancando, probabilmente è una questione di tempi: nel senso che la tensione si alza - e ha ragione Mosca - ma si alza soprattutto perché ci sono forti pressioni su Mosca in questo momento, basti vedere la conferenza stampa, ieri, del presidente Putin. C’è una serie di questioni da risolvere e il presidente Putin le sta risolvendo con dei colpi di scena totalmente inaspettati. Quindi, un’uscita come quella del presidente Assad per una possibile ricandidatura, più che creare problemi ad Assad, creerebbe dei problemi alla Russia stessa. Quindi, probabilmente è un invito a prendere tempo, ad aspettare tempi migliori. Ma niente impedisce ad Assad di ricandidarsi e credo che l’appoggio di Mosca dovrebbe essere quasi scontato, aggiungo e sottolineo il "quasi", però.

D. - Nel frattempo, oltre ai raid aerei del regime, ci sono anche le denunce di Amnesty International di torture, soprusi e violenze perpetrate da agenti di al Qaeda in Siria: che sappiamo di questo?

R. - In queste occasioni, quando trattiamo di organizzazioni complicate come al Qaeda, è difficile avere delle prove di quello che succede. Non dimentichiamo poi una cosa: al Qaeda non è una organizzazione ben identificata, ma è una rete di organizzazioni terroristiche. Quindi, questo rende ancora più complicata la prova dei fatti. Che le torture avvengano in Siria - come in una qualsiasi altra guerra, ma in questo caso in particolar modo - è assolutamente scontato. Chi le fa? Credo che le torture vengano effettuate da entrambe le parti, ma - ripeto - è assolutamente complicato avere delle prove su chi le faccia, mentre è assolutamente certo che queste cose avvengano.

D. - Abbiamo saputo che "Ginevra 2" in realtà si terrà a Montreux. Ci dice qualcosa questo nome?

R. - Sì. Questo nome ci ricorda un Trattato del 1936 sulla navigazione negli stretti. Secondo la Convenzione di Montreux, praticamente gli stretti e le vie d’acqua internazionali dovrebbero essere sempre libere alla navigazione, sia in tempo di pace che in tempo di guerra. Purtroppo, l’esperienza e la storia ci hanno insegnato che sono una delle prime armi che si utilizzano per ricattare altri Paesi nel momento in cui devono navigare. Ricordo il Canale di Suez chiuso ripetutamente dagli egiziani e non solo in occasione delle guerre: hanno anche impedito agli israeliani di poter navigare liberamente fino agli Accordi di pace del 1979. Quindi, è un nome che ritorna, spero in maniera positiva questa volta.







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