2013-12-20 15:56:56

Nuove manifestazioni a Bangkok contro il governo: nel mirino anche presunte ingerenze straniere


La capitale thailandese si prepara al blocco di domani, proclamato dalla protesta anti-governativa. Cresce la richiesta di un rinvio del voto del 2 febbraio ma c’è anche chi chiede la fine di presunte “ingerenze”straniere. Il servizio di Stefano Vecchia:00:00:59:50

Dopo quella di ieri, oggi altra giornata di cortei nel centro di Bangkok. La capitale thailandese si avvia a una domenica di paralisi proclamata dall'opposizione con pesanti conseguenze sulla circolazione e sui servizi pubblici. Una nuova prova di forza nei confronti del governo di cui chiede le dimissioni e anche verso i militari che hanno finora fatto mancare l'appoggio auspicato. Sembra una dimostrazione di compattezza anche verso le diplomazie straniere che, per le loro dichiarazioni e per quanto il governo thailandese fa sapere, sono quanto meno scettiche verso le pretese democratiche dei manifestanti. A fronte di volontà di riforma istituzionale e di moralizzazione, a sollevare perplessità all'estero è soprattutto la richiesta di dimissioni di un esecutivo che, al di là della conduzione del Paese, è stato liberamente eletto 29 mesi fa e che – salvo eventi al momento imprevisti – va verso una riconferma nelle elezioni anticipate del 2 febbraio. Ieri centinaia di studenti hanno manifestato davanti all'ambasciata statunitense, con toni anche forti verso le presunte ingerenze straniere, oggi le autorità di sicurezza hanno rafforzato la vigilanza attorno a 27 sedi diplomatiche. Intanto, la Commissione elettorale parla della possibilità di un rinvio del voto. Non solo perché troppo ravvicinato, ma anche per il timore che possa accendere tensioni ancora maggiori. Una possibilità accolta favorevolmente dal maggiore partito d'opposizione, quello dei Democratici, che domani dovrà decidere se prendere parte alla corsa elettorale o boicottarla. Al contrario, i leader del movimento filo-governativo delle Camicie Rosse hanno attaccato duramente la Commissione elettorale, mentre la premier - che questa mattina ha presieduto un incontro del Consiglio di difesa nazionale - ha fatto sapere che la data non si cambierà ma chiederà comunque un parere al Consiglio di Stato. (Per la Radio Vaticana, da Bangkok, Stefano Vecchia)







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