2013-12-20 07:50:04

Al vertice Ue di Bruxelles, riforme, difesa comune e soprattutto unione bancaria


Si è conclusa ieri con 75 fermi e quattro arresti la manifestazione anti-austerità a Bruxelles, organizzata da anarchici in occasione del vertice europeo. Tra i temi in discussione, la promozione di riforme ma i leader hanno fatto slittare a ottobre 2014 la finalizzazione dei contratti. C’è poi il dibattito sulla difesa comune europea, che però si presenta ancora tutto aperto. Il punto su cui i capi di Stato e di governo sembrano concordare è quello dei passi indicati dall’Ecofin per l’unione bancaria. Il presidente francese, Hollande, promette: questo sarà il vertice che segnerà un grande avanzamento. Fausta Speranza ha sentito l’opinione dell’economista Paolo Guerrieri:RealAudioMP3

R. – I principi sono giusti, anche la direzione di marcia, ma in realtà ci sono ancora carenze molto forti sia per quanto riguarda le risorse che sono state stanziate e che sarebbero disponibili e sia con i meccanismi di decisione che restano troppo frammentati e farraginosi. Quindi, l’accordo in realtà o verrà modificato significativamente dai capi di governo e di Stato, oppure così come si presenta non si può dichiarare soddisfacente.

D. – L’obiettivo dovrebbe essere quello di non far pagare ai contribuenti i danni, diciamo così, fatti dalle banche…

R. – Sì. L’obiettivo dovrebbe essere quello. Si deve evitare che la crisi di una banca o di più banche alla fine porti a chiamare i cittadini – attraverso la crisi del debito pubblico, attraverso l‘aumento delle imposte o l’aumento dei tassi di interesse – a risanare i conti. Questo obiettivo è assolutamente da sottoscrivere, perché poi l’origine della crisi è stata proprio questo legame perverso tra crisi delle banche e crisi dei debiti pubblici. Ma il punto è che, con il tipo di Unione bancaria che è stata decisa, in realtà non è sicuro che si possa evitarlo: diventa un legame indebolito, ma che potrebbe tornare a funzionare. In definitiva, sono poche le risorse stanziate: servono mezzi più adeguati e i meccanismi attuali sono troppo ancora in mano ai governi e poco a un sistema Europa che possa decidere come un attore unitario. Quindi, su questi due fronti – risorse e meccanismi decisionali – bisogna fare ancora dei passi sostanziali in avanti.

D. – Ma quali sarebbero gli altri punti dell’Unione bancaria, gli altri obiettivi?

R. – L’Unione bancaria si deve avvalere di un meccanismo di sorveglianza unico, e questo c’è: è la Banca centrale europea. Poi, si deve avvalere del meccanismo che permetta, se una banca è in crisi, di intervenire – magari di chiuderla oppure di ristrutturarla – con una decisione che sia a livello europeo. E poi, ci deve essere una garanzia che possa funzionare per i depositanti sotto i 100 mila euro e che sia una garanzia europea e non più nazionale. Su questo terzo fronte, passi avanti verranno compiuti. Quello che manca, o quello che è ancora inadeguato, è questo secondo meccanismo per risolvere una crisi di una banca o di più banche. E’ il più delicato, perché prevede per forza dei trasferimenti tra Paesi. Questa è proprio la ragione per cui ancora certe decisioni non sono state prese: ci si fida poco gli uni degli altri. Quindi, si continua in qualche modo a insistere sul fatto che gli interventi debbano essere nazionali, finanziati a livello nazionale. Naturalmente, è importante che si sia individuato in prospettiva – di qui a molti anni – un approdo finale. Però, la transizione è importantissima, altrimenti dalla crisi si farà una fatica tremenda ad uscire, se questa transizione non verrà gestita in maniera adeguata. Ecco perché noi come Italia dobbiamo tornare a chiedere e continuare a chiedere – in particolare quando fra sei mesi ci toccherà la presidenza dell’Unione Europea – che certe decisioni vengano prese e si vari un qualcosa di più coraggioso.







All the contents on this site are copyrighted ©.