2013-12-20 15:22:43

Adozioni internazionali: per le famiglie italiane bloccate in Congo occorre l'intervento del governo


Potrebbe essere un Natale lontano da casa e in solitudine quello di 24 coppie italiane partite per la Repubblica Democratica del Congo, alcune da quasi due mesi, per portare a termine il proprio percorso di adozione e tuttora bloccate nel Paese africano che intanto ha deciso di rivedere le procedure di adozione. Inutile finora l’intervento del ministro dell’Integrazione, Kyenge. Si sono mobilitati diversi parlamentari e il Coordinamento delle Associazione familiari adottive e affidatarie (Care). Gabriella Ceraso ne ha parlato con la presidente, Monia Ferritti:RealAudioMP3

R. – La Repubblica Democratica del Congo ha informato tutte le ambasciate in data 25 settembre che avrebbe sospeso il rilascio dei permessi di uscita per i bambini adottati, dopodiché è cessata la possibilità di delineare una lista di famiglie internazionali – non solo italiane, quindi – che potessero arrivare nella Repubblica Democratica del Congo per perfezionare l’adozione internazionale con i loro figli. Ventisei famiglie italiane sono partite, in base a questa lista, ma non viene comunque rilasciato il visto di uscita.

D. – Quando si potrebbe sbloccare la situazione? Quali sono quindi le speranze di queste famiglie?

R. – Ma, io credo che sia importantissimo avviare un dialogo con le autorità congolesi, perché si tratta veramente dell’ultima parte amministrativa che blocca le nostre famiglie.

D. – Come Coordinamento delle associazioni delle famiglie adottive, che cosa chiedete?

R. – Che venga invitata un’autorità congolese qui in Italia al più presto - anzi: avrebbe dovuto essere già fatto – e avviare un dialogo positivo e risolutorio. Chiediamo anche che il governo istituisca un fondo di solidarietà per tutte quelle famiglie che permarranno a lungo e che sono veramente stremate; in alcuni casi sono andate con i figli minori. Alcune vivono in istituti, altre sono in condizioni alloggiative decisamente diverse.

D. – C’è anche una componente di fiducia da parte della Repubblica Democratica del Congo, nei confronti dell’Italia, o è solo una questione tecnica?

R. – E’ stata mostrata enorme stima nei confronti del sistema-adozioni italiano e, quindi, credo che sia proprio una necessità di costruire un dialogo alla luce di come si sono svolti i fatti fino ad oggi.

D. – Che i Paesi di adozione decidano all’ultimo momento di bloccare le pratiche, per svariati motivi, non è una prassi nuova vero? E, poi , quanto grava sulle famiglie che adottano la fama di corruzione che vige in certi Paesi del mondo?

R. – No, non è nuovo; purtroppo è una variabile da tenere in considerazione per tutti i Paesi. La questione della corruzione in certi Paesi è un pensiero particolare, anche perché in Italia le coppie possono adottare solamente attraverso gli enti autorizzati per l’adozione internazionale, che comunque creano – nei Paesi dove vanno – un percorso garantito.

D. – Ci sono state mai denunce di richieste di pagamenti non previsti e anche in nero?

R. – Almeno da quando io sono commissario alla Commissione adozioni internazionali, non mi risulta che sia mai stata all’ordine del giorno una denuncia in tal senso. Vero è che i nostri enti autorizzati certificano tutte le spese sostenute dalle coppie, in Italia e all’estero, a fronte di servizi realmente realizzati.

D. – Quanto grava sulla situazione già complicata per i genitori che devono adottare bambini che non sono, ovviamente, italiani, il taglio del 30 per cento al fondo per l’infanzia, previsto dalla legge di stabilità?

R. – Ecco, questo è gravissimo, anche perché l’Italia fa adozioni con bambini che hanno un’età media di sei anni, molto spesso hanno disabilità intellettive o fisiche o comunque hanno molti margini da recuperare e questo significa comunque un investimento di risorse economiche anche dopo che il bambino è arrivato in casa. E poter recuperare parte delle spese sostenute è un grande aiuto per le famiglie, che comunque hanno un esborso economico molto grave che potrebbe perdurare anche nel tempo.








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