Vaticano. Presentato documento su educazione al dialogo interculturale nella scuola
cattolica
La Congregazione per l’Educazione Cattolica ha presentato in Vaticano un nuovo documento
relativo alla sfida odierna più importante per la società, la presenza simultanea
di culture diverse che possono, seppur tra tanti problemi inevitabili, offrire un
contributo essenziale alla formazione di un mondo migliore. Il titolo del documento
è “Educazione al dialogo interculturale nella scuola cattolica. Vivere insieme per
una civiltà dell’amore”. Presenti il prefetto e il segretario del dicastero pontificio,
il cardinale Zenon Grocholewski e mons. Angelo Vincenzo Zani. Il servizio di Gabriella
Ceraso:
Il nuovo documento
della Congregazione per l’educazione ha iniziato il suo lungo iter nel 2008, è frutto
di un lavoro condiviso e in più tappe e vuole incoraggiare e ispirare la pratica del
dialogo dandole solidi fondamenti evangelici teologici e filosofici. Il testo, si
è detto in conferenza stampa, sviluppa una riflessione teorica, ma si basa anche su
contributi arrivati da tutto il mondo, specie da quelle istituzioni educative cattoliche
che già vivono una realtà interculturale, come in Africa, in Bosnia Erzegovina, in
Amazzonia, in Perù e nel martoriato Medio Oriente, dove, ha spiegato mons. Angelo
Vincenzo Zani, segretario del dicastero per l’Educazione cattolica, non ci si
lascia scoraggiare dalle bombe:
“Ciascuna di queste esperienze fa capire
concretamente come la diversità delle religioni, delle lingue e delle tradizioni possa
essere trattata con cura e rispetto e diventare un’autentica ricchezza per ogni gruppo
ed individuo, per costruire ponti di comprensione e di pace e un destino fondato sull’amore
e sulla fraternità, come idealeda realizzare”.
Il dialogo, atteggiamento
con cui, secondo Papa Francesco, la Chiesa deve affrontare ogni situazione, è dunque
la parola chiave del documento e il suo obiettivo finale, come recita il sottotitolo,
è “costruire la civiltà dell’amore”, sul cui significato si è soffermato il cardinale
Zenon Grocholewski:
“La civiltà dell’amore, per i cristiani, non è
una vaga solidarietà, ma esprime la carità di Cristo. Questo è il servizio con cui,
cito, come afferma Papa Francesco, 'le scuole cattoliche, che cercano sempre di coniugare
il compito educativo e l’annuncio esplicito del Vangelo, costituiscono un contributo
molto valido all’evangelizzazione della cultura, anche nei Paesi e nelle città dove
una situazione avversa ci stimola ad usare la creatività, per trovare i percorsi adeguati'”.
Il
cardinale prefetto ha tracciato un quadro in chiaroscuro della situazione della scuola
cattolica nel mondo, affermado che è essa cresciuta tra il 2008 e il 2011 di seimila
unità, ma non in America né in Europa e portando con sé tante sofferenze, come l’abbandono
scolastico, che riguarda 70 milioni di bambini nel mondo. Se la comunità internazionale
sta dimostrando più interesse al ruolo dell’educazione per il futuro dell’umanità,
lo sviluppo sostenibile e la dignità dei popoli – ha detto il porporato – nello stesso
tempo non si possono non scorgere fattori preoccupanti che la minacciano. A questo
proposito, rispondendo a una domanda dei giornalisti, il cardinale ha citato l’ideologia
del gender, inserita nei programmi scolastici di alcuni Paesi, definendola
come un’imposizione e un'idea distruttrice: “La scuola cattolica che si lascia influenzare
da queste correnti – ha detto – non si rende conto della sua missione”:
“Oggi
vediamo proprio questa tendenza: che le nostre istituzioni, che rafforzano la propria
identità, aumentano gli studenti ed anche il prestigio. Invece, quelle che perdono
l’identità – e forse alcune ne perdiamo – praticamente non sono più attrattive”.
A
questo proposito, il documento della Congregazione per l’Educazione Cattolica può
essere un nuovo e interessante strumento. A illustrare i contenuti, Italo Fiorin,
docente di Pedagogia e didattica all’Università Lumsa. Cinque i capitoli per altrettanti
temi: c’è l’analisi del contesto multiculturale in cui viviamo, con i rischi presenti
della massificazione e della omologazione. Si passa a identificare le carenze di approcci
al multiculturalismo, quali il relativismo e l’assimilazionismo, e di contro si illustrano
i pilastri – teologici antropologici e pedagogici – dell’intercultura. Quindi, il
ruolo dell’educazione cattolica nella prospettiva del dialogo interculturale. Le caratteristiche
curriculari, la formazione dei docenti, il rapporto con il territorio arricchiscono
invece l’ultima parte del documento, che tratta lo specifico contributo della scuola
cattolica, facendone un testo innovativo e di interesse globale, ancora il prof. Fiorin:
“Il documento dedica molta attenzione, anche specifica, a quella che è
l’organizzazione della scuola: la scuola immaginata come una comunità educativa e
professionale, una scuola aperta al territorio, partecipata dalla famiglia. Una scuola
che aiuti non soltanto a conoscere le cose che accadono ma a prendere posizione, una
scuola nella quale la vita e la conoscenza siano intrecciate. Alla scuola si chiede
molto – conclude il documento – ma la scuola non va lasciata sola: è anche una responsabilità
della comunità per la quale la scuola opera”.