Il Papa: non si serve il Vangelo per guadagno personale. Ciò che abbiamo è per i poveri
Nella Chiesa tutti devono imparare che il servizio al Vangelo deve essere “spogliato”
di ogni gloria o tornaconto personali. Uno dei pilastri del magistero di Papa Francesco
spicca anche tra le righe del suo lungo Messaggio inviato all’Ordine della SS. Trinità,
che festeggia gli 800 anni della morte del fondatore, S. Juan de Mata, e i 400 del
riformatore, S. Giovanni Batista della Concezione. Entrambi protagonisti di una vita
religiosa “rispettabile, anche se forse un po’ tranquilla e sicura” ricevettero da
Dio - scrive il Papa - una chiamata che “ribaltò” la loro esistenza, spingendoli a
“spendersi in favore dei più bisognosi”. Per Papa Francesco, questo è l’esempio da
imitare: i due Santi, osserva, “seppero accettare la sfida” e dunque “se oggi noi
celebriamo la nascita del vostro fondatore e del riformatore, lo facciamo proprio
perché furono in grado di rinnegare se stessi, di portare con semplicità e docilità
la croce di Cristo e di essere totalmente, senza condizioni, nelle mani di Dio, perché
Egli costruisse la sua opera”. E come loro, prosegue Papa Francesco, “tutti sono chiamati
a sperimentare la gioia che scaturisce dall'incontro con Gesù, per superare il nostro
egoismo, uscire dalla nostra comodità e andare con coraggio verso tutte le regioni
che hanno bisogno della luce del Vangelo”.
Il Papa ricorda come, attraverso
i secoli, quella della Santissima Trinità sia stata “casa del povero, un luogo dove
le ferite del corpo e guarire l'anima”, con la preghiera prima di tutto e “con l’impegno
incondizionato e il servizio disinteressato e amorevole”. In effetti, afferma Papa
Francesco, “i Trinitari hanno chiaro – e tutti dobbiamo impararlo – che nella Chiesa
ogni responsabilità o autorità devono essere vissute come servizio. Da qui, la nostra
azione deve essere spogliata di qualsiasi desiderio di guadagno personale o di promozione
e deve sempre cercare di condividere tutti i talenti ricevuti da Dio, per orientarli,
come buoni amministratori, allo scopo per cui ci sono stati concessi, l’aiuto per
i poveri”. Poveri, insiste, che ci sono anche oggi e “sono molti. Li vediamo ogni
giorno e non possiamo girare al largo, accontentandoci di una buona parola. Cristo
non l’ha fatto”. Il Messaggio si chiude con una richiesta, quella di “pregare per
il Papa. “Mi piace pensare che voi, nella preghiera, mettiate il Vescovo di Roma
assieme ai poveri, perché – conclude Papa Francesco – questo mi ricorda che non posso
dimenticarmi di loro, come non li dimenticò Gesù, che li teneva nel profondo del suo
Cuore, inviato a portare loro una buona notizia e che, per mezzo della sua povertà,
ha arricchito tutti noi”. (A cura di Alessandro De Carolis)