Gaza: l'Onu chiede di sollevare il blocco a causa delle alluvioni
Sono più di 10.000 i residenti della Striscia di Gaza costretti a lasciare le proprie
case dalle alluvioni e dalle piogge incessanti che da oltre una settimana si abbattono
sulla regione. Lo riferisce l’ufficio dell’Onu per il coordinamento umanitario (Ocha)
secondo cui “le zone più colpite sono quelle nel nord della Striscia e di Gaza City
dove oltre 1.500 abitazioni risultano inagibili per i danni causati dall’acqua”. Secondo
la stampa palestinese ripresa dall'agenzia Misna, almeno due persone sono morte negli
ultimi quattro giorni e 17 scuole sono state convertite in strutture per l’accoglienza
ai disastrati. In alcuni campi profughi, ha spiegato Chris Gunness, portavoce dell’agenzia
Onu per i Rifugiati palestinesi (Urnwa), “l’acqua a terra ha raggiunto i due metri
di altezza”. Lo scenario preoccupa gli operatori umanitari, poiché sul territorio
mancano numerose infrastrutture a causa dell’embargo sui materiali da costruzione
imposto da Israele, che oggi ha consentito il passaggio di carburante e quattro idrovore.
Si ritiene che circa il 10% dei campi coltivati siano stati inondati, con la conseguente
perdita del raccolto e oltre 120.000 polli e 200 bovini siano periti nelle inondazioni.
Gunness ha dichiarato ampie regioni della Striscia “zona disastrata” e ha invitato
la comunità internazionale a chiedere la totale sollevazione del blocco israeliano
al fine di consentire l’ingresso di aiuti. “Ogni comunità farebbe fatica a riprendersi
da questo disastro – ha detto il portavoce di Unrwa – Ma una comunità che è stata
sottoposta a uno dei blocchi più lunghi della storia, il cui sistema di sanità pubblica
è stato distrutto e dove il rischio di malattie era già all’ordine del giorno, deve
essere liberata da questi vincoli artificiali per affrontare l’impatto di una tale
calamità naturale”. (R.P.)